La sfilata di Schiaparelli Haute Couture primavera estate 2023: momento memorabile della moda o mossa astuta del brand? Ai social l’ardua sentenza.
di Hajar Qacem
Ad aprire le danze di Parigi è stata la Maison Schiaparelli, ormai diventata il simbolo del Surrealismo nel mondo della moda. Il direttore creativo Daniel Roseberry, uno dei due stilisti che vestiranno Chiara Ferragni a Sanremo, si è lasciato ispirare dalla Divina Commedia di Dante per la collezione Haute Couture P/E 2023 di Schiaparelli.
E dopo pochi giorni dalla sfilata di Schiaparelli il web si è rivoltato. La collezione ha suscitato stupore e in alcuni casi orrore e passerà alla storia come “la sfilata in cui sono comparse le tre teste animali”.
Roseberry ha riletto “La divina Commedia” per la prima volta dopo il college e si è ritrovato alle prese con lo stesso stato d’animo del sommo poeta: è stato travolto dal dubbio e, proprio come ogni creativo che si accinge a dare vita alla sua arte, ha attraversato Inferno, Purgatorio e Paradiso.
La linea in passerella è dunque un omaggio al dubbio, ovvero quella sensazione contraddittoria che si prova quando si vuole compiacere il pubblico ma allo stesso tempo impressionare sé stessi. Sebbene non ci siano gironi, peccati e incontri con personaggi storici, l’Inferno di Dante è presente in passerella con tre dei 7 peccati capitali: la lussuria, l’orgoglio e l’avarizia.
Lo stilista ha rappresentato i tre vizi capitali attraverso animali selvatici ed è per questo che ha decorato gli abiti di Schiaparelli con gigantesche teste d’animale: la lussuria è il leopardo, il leone l’orgoglio e la lupa l’avarizia, concentrando così la sfilata sull’Inferno, titolo ufficiale della collezione.
Irina Shayk ha sfilato con un abito nero con una grande testa di leone, attaccata all’altezza della spalla destra, ricostruita con una particolare tecnica di finta tassidermia. La testa di una lupanera è stata indossata per l’occasione dalla statuaria Naomi Campbell, oggi 52enne. Con lei, anche la supermodella Shalom Harlow, con i suoi 49 anni, alla quale è stato affidato l’abito del leopardo.
Molti gli ospiti della sfilata: Diane Kruger, Marisa Berenson, Rossy De Palma e le sorelle italiane Valentina e Chiara Ferragni.
Il concept non ha però convinto il pubblico social, che ha accusato la casa di moda e le influencer di promuovere la crudeltà verso gli animali e la caccia, nonostante gli abiti siano in eco pelle.
Perché una casa di moda di lungo corso come Schiaparelli è passata dalla matrice surrealista, cara alla sua fondatrice, a un tipo di approccio decisamente più sopra le righe e provocatorio come questo? I maligni pensano che dietro a tutto questo ci sia una finissima manovra mediatica e di marketing.
“C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé.” da Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde (1890), principe della corrente letteraria dell’estetismo. Se pensiamo che in Italia la settimana della moda francese era stata ignorata fino a quando Chiara Ferragni non ha condiviso su Instagram una foto che la ritrae insieme all’influencer e imprenditrice Kylie Jenner con uno degli abiti che da lì a poco avrebbe percorso la passerella parigina, ancora una volta dobbiamo ammettere che sono i social a decidere usi, costumi, tendenze… e dunque anche affari.
E voi, che ne pensate?