Il nuovo disco “This Is Why” reinventa completamente il sound della band statunitense

Di Andrea Ferrari

TITOLO: This Is Why

ARTISTA: Paramore

DATA DI RILASCIO: 10 febbraio 2023

GENERE: post-punk / new wave / pop punk / dance punk

DURATA: 36:12

TRACCE: 10

Quest’anno mi sarei proprio aspettato di tutto, ma questo album va oltre le mie aspettative.

I Paramore sono quella band etichettata come “pop punk per ragazzine”, che a mio parere non ha mai proposto nulla di troppo interessante. Eppure, sono stati proprio loro a produrre uno dei migliori dischi rock di quest’anno.

A primo impatto si nota subito il cambio di stile, che il gruppo porta insieme a questo disco: il sound pop punk, tipico dei Paramore, si mischia a sonorità più vicine al dance punk e post-punk. Dopo 6 anni dal suo ultimo lavoro, il trio riesce a suonare molto più dinamico, e perfino chi non è parte della sua fan base può apprezzare a pieno questo disco.

Ciò si nota già dalla prima traccia, “This Is Why”, un pezzo ben costruito, molto accessibile eppure con un sound studiato, crudo ma allo stesso tempo sofisticato, il tutto accompagnato da ottimi vocals di Hayley Williams.

L’album parla di alcune lezioni imparate dalla band negli ultimi anni, alcune più private, altre più legate al progetto. Infatti, già i testi dei primi tre pezzi, “This Is Why”, “The News” e “Running Out Of Time, esprimono una paura e ansia tangibile verso le opinioni altrui e il mondo esterno.

Le seguenti “C’est Comme Ça”, “Big Man, Little Dignity” e “You First” avvicinano un sound molto più post-punk, ma con strutture e produzioni diverse e interessanti a loro modo.

La cosa che però mi colpisce di più sono i testi: si parla spesso di sanità mentale, con versi tanto bizzarri quanto profondi. Tra queste, però, “You First” merita forse un ascolto in più.

“Figure 8” introduce il lato più melodico dell’album, ma lo fa rimanendo comunque crudo e distorto soprattutto nei vocals. Arrivano poi “Liar” e “Crave” che, per quanto siano forti liricamente, ho trovato abbastanza deboli musicalmente: oltre a un sound un po’ troppo addolcito, sono anche abbastanza monotone.

L’album finisce con “Thick Skull”, una forte traccia che conclude l’album, una ballad depressa dove ogni strumento è protagonista, inclusa la voce di Hayley, che trasmette dolore anche senza sentire cosa dice.

Un album che sicuramente ha qualcosa da dire, bello strumentalmente ma soprattutto liricamente.

Il mio voto è un bell’8.

Le mie canzoni preferite sono: “This Is Why”, “The News”, “Running Out Of Time”, “C’est Comme Ça”, “Big Men, Little Dignity”, “You First”, “Figure 8”, “Thick Skull”

Quella che mi piace meno è “Liar”.

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