Deve esserci sempre una chance di ritorno alla libertà, la pena ha scopo rieducativo.

di Greta Belelli

Studenti e studentesse dell’Università di Roma della Sapienza hanno recentemente inviato una lettera aperta rivolta al corpo accademico sul regime di detenzione del 41-bis.

La lettera nasce dalla constatazione che l’Università non possa rimanere passiva davanti all’incedere degli eventi e non debba essere uno spazio neutro, ma piuttosto debba prestarsi ad essere luogo della critica e del confronto.

Il motivo per cui ci appelliamo a voi è il seguente: lo scorso 20 ottobre Alfredo Cospito, detenuto nel carcere di Sassari, ha incominciato uno sciopero della fame contro il regime di detenzione del 41-bis e contro l’ergastolo ostativo.”

Il 41-bis, nato come misura emergenziale nel ’92, per poi subentrare a pieno titolo nel nostro ordinamento per mezzo della legge n.279/2002, è diventato negli anni un mezzo di lotta alle organizzazioni criminali. Il 41-bis non è più solo uno strumento preventivo, ma “vista la rigidità del suo contenuto è evidente che assuma anche un significato repressivo-punitivo ulteriore rispetto allo status di privazione della libertà” che mira a “far crollare” e “redimere” il detenuto (cfr. XVIII report sulle condizioni di detenzione dell’Associazione Antigone).

«Il guardiano più giovane

ha preso posto

davanti alla mia cella.

“Dietro quel muro” – mi ha

indicato – “il mare è azzurrissimo”. Per farmi morire un poco

il guardiano più giovane

mi ha detto questo»

Sante Notarnicola

Il detenuto passa la maggior parte della sua giornata all’interno di un cubicolo di cemento lungo 1,53 metri e profondo 2 e mezzo, ha diritto a 2 ore di socialità al giorno, da svolgere in gruppi di massimo 4 persone. Le ore d’aria si svolgono in un riquadro in cui la visuale del cielo è delimitata da una rete: tutti i giorni, per anni, lo sguardo non va mai in profondità, la fantasia e la memoria vengono logorate.

L3 detenut3 possano effettuare un colloquio al mese di un’ora dietro ad un vetro divisorio e videosorvegliati da un agente di polizia penitenziaria.

“La riflessione che ci siamo post3 e che stiamo ponendo ora a voi è la seguente:

nel momento in cui nella società in cui ci muoviamo ci viene proposta la narrazione per la quale il carcere esiste in quanto sistema rieducativo e di reintegrazione sociale, eppure a dimostrare che questo non è il vero obiettivo dell’istituzione carceraria ritroviamo la presenza di un modello di reclusione come quello del 41-bis.

Può mai essere inflitta ad un essere vivente una sorte tanto brutale, tesa a un’incivile retribuzione del dolore? Assolutamente no! “

Se le istituzioni DEMOCRATICHE intendono rimanere CREDIBILI, DEVONO affrontare le crisi con strumenti idonei ai principi espressi nella costituzione, tra gli altri la “pari dignità sociale” di tutte le soggettività.

Deve esserci sempre una chance di ritorno in libertà, altrimenti la pena perde il suo scopo rieducativo. Il regime vigente è dunque incostituzionale in quanto ammette l’ergastolo senza speranza di uscita, evidentemente contrario ai principi di cui all’articolo 27 della Costituzione (pena umana e tendente alla rieducazione).

La risposta non può mai essere ottenuta al ribasso, adottando misure autoritarie, repressive e lesive della dignità umana, ma deve essere sempre il frutto di una – faticosa, certo! – ricerca di alternativa.

Di seguito alleghiamo il report dell’associazione Antigone sul contenuto dell’ultimo decreto legge sull’ergastolo ostativo a cui l’articolo fa riferimento. Lettura consigliata per chi vuole conoscere i fatti più dettagliati.

https://www.antigone.it/news/antigone-news/3448-il-decreto-legge-sull-ergastolo-ostativo-non-risponde-alle-sollecitazioni-provenienti-dalle-corti-supreme

 

4 commenti a “ERGASTOLO OSTATIVO E 41-BIS”
  1. L’ergastolo esiste perché qualcuno è troppo gentile per dare la pena di morte.
    Quindi, se togli l’ergastolo, cosa rimane? Che già in Italia le pene sono molto edulcorate, se togliamo l’unica cosa un minimo decisiva facciamo prima a lasciarli in libertà. La prigione è a scopo contenitivo per proteggere gli altri prima di tutto, poi viene la rieducazione.

  2. Si vede chiaramente che non ti sei informata, nel 41bis ci finiscono i peggiori criminali, non le persone che non pagano il biglietto del treno. Secondo te i capi della mafia che vivevano la bella vita una volta usciti di prigione vadano a lavorare in fabbrica? Se gente come Matteo Denaro esce dal carcere nel giro di 5 minuti è di nuovo capo di cosa nostra e starà già sta strangolando qualche bambino per poi scioglierlo nell’acido. Pensi che sia un’esagerazione ma il Matte lo ha già fatto.

  3. Non sono assolutamente d’accordo, una persona fa stragi, uccide bambini, anziani, famiglie straziate dalle morti dei propri cari e bisognerebbe essere pure leggeri con queste persone, che forse definirle tali è pure un complimento. Capisco che le pene debbano essere rieducative, ma ci sono reati e reati e a mio modo certi non meritano redenzione.

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