Prontuario per difendersi, reagire, uscire e aiutare ad uscire da abusi e maltrattamenti

 di Daniele Farina

“La violenza sulle donne è un problema di salute pubblica di portata mondiale e le sue proporzioni sono epidemiche, serve agire immediatamente”, denuncia l’OMS (l’organizzazione mondiale della sanità).

Secondo un rapporto dell’Istat il 31,5% delle donne dai 16 ai 70 anni che hanno avuto una relazione, ha subito una qualche forma di violenza fisica e/o sessuale da parte del partner. La violenza, in particolare nei confronti delle donne, non conosce confini culturali, sociali o economici e dato che molti degli episodi non vengono immediatamente denunciati, la situazione è di sicuro più grave di quanto possano dirci i numeri. Senza dubbio le statistiche ci possono dare un’idea della portata del problema ma non descrivono neanche lontanamente il dolore emotivo e fisico che una vittima prova.

Se stai subendo o hai subito violenze o se conosci qualcuno che le sta subendo, questo articolo può aiutarti.*

Illustrazione a cura di Viola Romanelli di 2°F

Non è colpa tua

Ricorda che non sei responsabile delle violenze che stai subendo: se il tuo partner ti incolpa o ti fa credere di meritare i suoi abusi, sappi che si sta sbagliando di grosso.

Anche se pensi che il suo comportamento sia condizionato da disturbi della personalità, dal contesto familiare in cui è cresciuto o da problemi con l’alcol, è comunque ingiustificato il suo approccio aggressivo verso di te, del quale resta lui solo colpevole davanti alla legge.

Non sei sola

Se senti di essere in pericolo, qualcuno può aiutarti. A chi puoi rivolgerti?

– Le linee di aiuto o i numeri antiviolenza offrono assistenza immediata. Gli operatori sono in grado di dare indicazioni pratiche su come organizzare un piano d’azione per garantire la tua incolumità; e se il tuo partner si rende conto del suo problema ed è sinceramente disposto a fare qualcosa a riguardo, possono assisterlo nei primi passi necessari per il cambiamento. In Italia il  numero  antiviolenza e stalking è l’1522. Inoltre ci si può rivolgere anche al 112. Per maggiori informazioni clicca qui.

– Un amico o un familiare fidato. Parlare con qualcuno di cui ti fidi può darti sostegno emotivo e pratico a volte fare la differenza, per trovare una via d’uscita.

– Medici, psicologi, esperti in materia. Possono fornirti un aiuto pratico in caso di pericolo o un supporto psicologico.

Conosci una vittima?

Se conosci una persona vittima di violenze, ecco quello che puoi fare:

– ascolta quello che ha da dire e rassicurala del fatto che credi a quello che dice. In questo modo si sentirà al sicuro e sarà più propensa a parlarti delle violenze che ha subìto. Ricorda che a volte è difficile immaginare che qualcuno che conosci di persona in realtà sia violento, ma sappi che il suo comportamento potrebbe essere diverso quando è con te;

– incoraggiala senza pressione ad accettare l’aiuto, cerca di far leva sulla sua autostima, sottolineando le sue belle qualità e i suoi punti di forza;

– aiutala in modo pratico, offrendoti di cucinarle qualcosa, aiutandola nei suoi impegni quotidiani o anche organizzando insieme a lei un piano di fuga, individuando un posto in cui andare in caso di emergenza o fornendole un numero da chiamare per chiedere aiuto;

– non dirle cosa fare, offri cioè aiuto e possibili opzioni ma senza importi; riconosci e rispetta il fatto che ha il diritto di prendere una decisione personale.

 

Illustrazione a cura di Greta Vaccari di 2°F

 

Amnesty International ha definito la violenza contro le donne come “la violazione più diffusa dei diritti umani” al giorno d’oggi. La redazione di MyFermi si stringe al dolore delle numerose vittime, presenti e passate, e vi invita fermarvi e a riflettere, a informarvi e ad agire per contrastare con tutti i mezzi a disposizione questa piaga sociale.

 

*in questo articolo verrà utilizzato prevalentemente il femminile anche se molte informazioni sono valide anche per le vittime maschili

 

 

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