(Serie TV, 2005–2013, T: 22min, Ricky Gervais)

Sottotitolo: 5 motivi per amare The Office

“The Office” è la classica serie che ti fa domandare come sia stato possibile vivere fino a questo momento senza averla mai vista. In 201 episodi spalmati sulla bellezza di nove stagioni, la serie creata da Ricky Gervais (produttore esecutivo della versione statunitense) ci porterà alle risate più inaspettate condite da alcuni, significativi, momenti di riflessione in cui è inevitabile pensare alle nostre vite, alle amicizie, agli innamoramenti, ma soprattutto alla vita lavorativa di molti di
noi.

1) Il format
Un documentario dovrebbe illustrarci realtà interessanti e particolari lontane da noi. Ma il soggetto di The Office è totalmente l’opposto: la serie nasce come un mockumentary, ovvero un finto documentario. Uno stile narrativo che libera gli attori dal bisogno di mettere in scena la solita sit-com e permette loro di elevare i propri personaggi a un livello di comicità superiore. Il contesto ci è famigliare e intimo: lo spettatore entra a far parte della vita a Scranton e ne impara le dinamiche e le relazioni. Tutto ciò crea un contrasto inaspettato, tra quotidiano e realistico e “normalità sopra le righe”.

2) La scrittura e l’improvvisazione
The Office è uno spettacolare esempio di scrittura televisiva. Soprattutto nelle prime stagioni, ogni battuta è cesellata e pensata per funzionare in un contesto più ampio. Difatti, scherzi e tormentoni sono scelti per ogni personaggio, con l’obbiettivo di creare il perfetto effetto comico. Lo spettatore inizia ad abituarsi e ad aspettarsi una determinata caratteristica da un determinato personaggio, come se già lo conoscesse. Fattore importantissimo, tra l’altro, è l’improvvisazione, che rende il tutto ancora più vero e naturale: molte delle scene di Steve Carrel sono infatti il frutto di un momento di pura genialità fuori dagli schemi.

3) Il cringe comico
L’umorismo di The Office è molto particolare e forse non apprezzato da tutti. Molto spesso, infatti, la serie tv si basa su momenti comici imbarazzanti, di disagio e inadeguatezza: i personaggi dell’ufficio non hanno la battuta pronta, sono semplici impiegati costretti ad una vita lavorativa noiosa senza ambizioni. Sono annoiati e spesso fuori posto: il divertimento perciò nasce dai silenzi, sguardi, momenti di imbarazzo e da azioni stravaganti. Cosa ci divertirà di più saranno i giochi che l’ufficio si inventa per combattere la noia, le battute fuori luogo e gli imprevisti: le situazioni sono riconoscibili e vengono esasperate, senza mai risultare irreali.

4) Michael Scott
Michael Scott è un capo che va oltre gli stereotipi dei personaggi folli per mettere in scena una maschera tragicomica perfetta. Ossessionato dal voler essere un leader, una persona simpatica, qualcuno che verrà ricordato, Michael cerca con forza di essere qualcosa di più di ciò che è, ovvero un imbarazzante fallito senza alcuna qualità, una persona quasi del tutto impermeabile all’imbarazzo, che non sa come comportarsi. Entusiasta, ingenuo, spesso infantile, il suo obiettivo è quello di farsi degli amici piuttosto che di gestire al meglio il suo ufficio. Ma si tratta anche di un personaggio sfaccettato, che ha una forte evoluzione nel corso delle stagioni. In un primo momento può sembrare persino poco simpatico: la sua mitomania, il suo continuo tentativo di piacere agli altri, unito alle sue continue uscite fuori luogo e persino offensive, non rende l’ambiente lavorativo piacevole. Col tempo, però, scopriamo in Michael Scott un uomo pieno di fragilità, di insicurezze, capace di creare tenerezza ed empatia: in molti cercano di approfittarsi del suo animo buono e fin troppo ingenuo. Indubbiamente il personaggio più amato dai fan.

5) Jim e Dwight
Trattando The Office è difficile raccontare l’uno senza far riferimento all’altro: Jim (John Krasinski) e Dwight (Rainn Wilson) sono due personaggi diversi e complementari. Il primo è l’impiegato comune, intelligente e capace, ma sconsolato dalle sue poche aspettative lavorative e sentimentali; l’altro è bizzarro ed eccentrico, un personaggio decisamente sopra le righe che vive solo in un modo governato dalla sua pazzia. Jim e Dwight sono apparentemente nemici giurati, ma tra loro la chimica e l’intesa sono innegabili. Nel contesto lavorativo si completano a vicenda: la loro competizione è uno stimolo per entrambi. Non mancano gli infiniti scherzi che i due si rivolgono che aiutano a dimenticare lo stress di un lavoro noioso e ripetitivo. I due si riveleranno grandi amici e sapranno sostenersi nei momenti più difficili. Diverranno personaggi sempre più complessi ed interessanti. Non solo, saranno i protagonisti delle scene più divertenti, ma anche di quelle più emozionanti, senza mai scadere nella banalità

Di Davide Tecchio

“E se tutti questi abeti fossero come struzzi che si sono dimenticati di risalire? Gambe all’aria e testa infossata. Coccodè!”; ballava una danza tribale insieme all’albero, “Sveglia, sveglia, sveglia! Svegliati grosso struzzo.”

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