Storie di persone odiate perché straniere

di Giorgio Taragnani

Il film della regista polacca Agnieszka Holland parla della tragica situazione lungo il confine polacco-bielorusso che ogni anno coinvolge decine di migliaia di migranti che scappano da situazioni di guerra, di povertà o di clima che attanagliano i loro Paesi. 

Il lungometraggio cerca di raccontare la triste vicenda attraverso numerosi punti di vista, non solo quello dei  migranti stessi, ma anche quello delle guardie di confine e dei volontari delle società umanitarie. La regista sceglie di raccontare questa storia attraverso coloro che la vivono sulla propria pelle, dando così allo spettatore un’idea più intima della triste vicenda. 

Una delle storie che mi ha colpito di più è quella della psicologa, una persona qualunque che però comincia a notare strani comportamenti da parte dei cittadini e, soprattutto, da parte delle forze dell’ ordine, fino a quando una sera, mentre stava rientrando a casa sente improvvisamente le grida di aiuto di una migrante che era rimasta intrappolata nella palude assieme a un bambino (figlio della famiglia di migranti protagonisti della prima parte del film), purtroppo quest’ultimo muore affogato e la migrante viene ricoverata in ospedale ma subito dopo viene presa dalle forze dell’ ordine e riportata al confine. La psicologa da quel giorno, decide di dare a disposizione la propria casa e diventa anche lei una volontaria, anzi, La volontaria che darà tutta sé stessa per aiutare le persone in difficoltà che incontrerà durante il resto della storia.

L’ obbiettivo del film è quello di sensibilizzare le persone sul tema della migrazione, che spesso viene solo toccato superficialmente e raramente viene davvero approfondito. La regista vuole far rendere conto allo spettatore che i migranti sono esseri umani come noi, e DEVONO godere degli stessi diritti di cui godono tutti: il diritto alla salute, alla libertà, all’istruzione, alla giustizia, al lavoro…. E’ responsabilità dei governi tutelare questi diritti, ma è anche dovere di noi cittadini accogliere le persone che fuggono da situazioni tragiche, di aiutarle a inserirsi nella società e di far si che possano vivere in pace, perché ricordiamoci che, se vogliamo vivere in questo Mondo, dobbiamo prima imparare a convivere tra noi.

Ho apprezzato questo film per l’idea originale della regista di raccontare la vicenda sotto diversi punti di vista. Mi è piaciuta inoltre la scelta di mostrare il film in bianco e nero così da rendere tutta la vicenda più drammatica.

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