Di Andrea Ferrari & Elia Castagna
Cosa non è successo in questo 2024! È stato un anno pieno di eventi che hanno segnato la politica, lo sport e la cultura… e anche la musica ha avuto un ruolo protagonista. Tra le varie uscite di quest’anno, sia internazionali che italiane, abbiamo selezionato quelle che più ci hanno appassionato, e che, secondo noi, meritano di essere ricordate.
Gli album non sono in classifica, e si alternano tra album internazionali e italiani.
Magdalena Bay – Imaginal Disk
Genere: Alternative pop
Il duo alt pop di Miami torna con Imaginal Disk (2024), un lavoro ambizioso che supera i confini del loro debutto Mercurial World (2021). L’album si distingue per sonorità innovative: elementi synth, neo-psichedelici ed elettronici arricchiscono il classico alt pop. Un progetto intrigante, avvolto da un concept enigmatico che invita all’esplorazione. Un viaggio musicale imperdibile per gli amanti delle sonorità sperimentali.
MACE – Māyā
Genere: Neo-Psichedelia
Il 5 aprile MACE ha lanciato il suo nuovo album. Dal momento esatto in cui Māyā è uscito, l’artista è riuscito a toccare le menti di tutti gli ascoltatori. Il titolo, traducibile dal sanscrito come “inganno” o “illusione”, si rifà all’antica filosofia indiana maya che esplora la natura misteriosa e divina di tutto il creato. L’album rispecchia a pieno questa natura, riconfermando MACE come pioniere della musica psichedelica in Italia. Potete solo ascoltarlo per capire a cosa mi riferisco. Nonostante la sua complessità nelle composizioni e nei testi, Māyā ha garantito l’aggiunta del quindicesimo disco di platino alla collezione del famoso beatmaker.
Knocked Loose – You Won’t Go Before You’re Supposed To
Genere: Metalcore
Questo è il disco che i fan del metal stavano aspettando da tanto tempo. You Won’t Go Before You’re Supposed To è un pugno nello stomaco, pieno di riff devastanti e una batteria che sembra un martello pneumatico. Un vero e proprio concentrato di aggressività e intensità, con una produzione impeccabile che esalta la potenza dei brani. Un vero capolavoro del Metalcore, che spinge i confini del genere, e anche delle nostre orecchie.
Marracash – È FINITA LA PACE
Genere: Conscious Hip Hop
Il 2024 si è chiuso al ritmo dell’ormai celebre album di Marracash. Dopo due anni di assenza, il 13 dicembre l’artista torna a farsi sentire, spezzando il silenzio. La prima barra: “mi sono ripreso”, uscendo di scena della sua fase depressiva. E lo trasmette tramite i suoi testi toccanti, potenti e identificativi. Ascoltando l’album si evince solo una cosa: Marra ha di nuovo “qualcosa da dire”. L’album è pieno di barre pregne di significato, e ognuna di esse è una denuncia. Ogni rima è intelligente, significativa, brutale. Marra ancora una volta stupisce, rimanendo la più rumorosa tra le voci fuori dal coro dello scenario mainstream e chiudendo la trilogia che ha fatto la storia del rap game italiano.
Porter Robinson – SMILE! 😀
Genere: Indietronica
Porter Robinson decide di cambiare completamente rotta quest’anno, e SMILE! 😀 è completamente diverso da qualsiasi cosa lui abbia mai fatto. L’album sembra una lettera d’amore alla nostalgia. Porter riprende i sound synth pop e pop punk degli anni 2000, ma mettendoci anche del suo. Il disco trasmette una leggerezza contagiosa, senza togliere però spazio a momenti più introspettivi. Un lavoro che fa sorridere e pensare, pieno di contrasti, in cui la leggerezza della musica si intreccia con una profondità emotiva che lo rende unico.
FUCKYOURCLIQUE – SCUSATE IL RITARDO
Genere: Lol Rap
L’11 settembre i FUCKYOURCLIQUE hanno lanciato nella scena il loro primo album. Un album ironico e imperdibile, fatto da chi non ha niente da dire e non ha paura di parlare comunque. Pieno di provocazioni e battute “Not Safe For Work” che amerei potervi citare. Ascoltare il disco è l’unico modo per entrare in quel loro universo di caos. È un viaggio folle e divertente, che andrebbe fatto almeno una volta nella vita
The Cure – Songs Of A Lost World
Genere: Gothic Rock
Dopo sedici anni di silenzio, I Cure tornano con Songs of a Lost World, un album che ci riporta nel loro universo oscuro e malinconico. Questo disco non cerca di innovare a tutti i costi, ma rimane fedele allo stile che ha reso la band una leggenda. Infatti, viene ripreso il sound Gothic Rock tipico del periodo fine anni ’80 della band. Ma invece di diventare un rip off di Disintegration, riesce a trovare una propria identità. Le tracce sono lente, avvolgenti, con arrangiamenti che sembrano costruiti per far emergere ogni parola di Robert Smith. È un viaggio emotivo, dove temi come la perdita e il tempo che scorre diventano protagonisti.
Yungest Moonstar – Sfaciolate mixtape
Genere: Trap
Il 26 luglio ThaSupreme cambia maschera e sotto il nome di Yungest Moonstar pubblica un nuovo esperimento. La copertina ritrae la luna, iconico simbolo del famoso artista. Ed è proprio la luna il luogo in cui sembra di finire ascoltando l’album. ThaSup mischiando drill, rap, trap e il suo distinguibilissimo stile sperimentale riesce a dipingere 21 tracce uniche. Ogni traccia è fatta “tra mille colori, come pezzi di un puzzle” che una volta uniti creano una composizione artistica, moderna e all’avanguardia.
Kamasi Washington – Fearless Movement
Genere: Jazz Fusion
Un viaggio musicale che intreccia jazz, funk e soul, Fearless Movement è un album pieno di energia e spirito, che riflette la ricchezza della musica afroamericana. Le tracce sono caratterizzate da arrangiamenti complessi e ottime performance strumentali, mostrando la continua evoluzione artistica di Washington. L’album, nonostante sia principalmente Jazz fusion / spiritual, vede anche il contributo di tanti artisti di diversi generi, tra cui George Clinton, André 3000, Thundercat, e chi più ne ha più ne metta, creando un’esperienza musicale quasi unica.
I Hate My Village – Nevermind The Tempo
Genere: Rock Sperimentale
Dicono: è un manualetto per sbagliare. Sicuramente è un bell’esempio su come non fare un disco nel 2024 se si vuole andare in classifica. Beh gli “I Hate My Village” lo hanno fatto comunque… ed è strambo, allucinato, stranamente seducente. L’album contiene canzoni scritte per essere tali, ma comunque talmente sghembe da restare oggetti sonori da decifrare. Sembrano rebus? Andate a vederli dal vivo e capirete. È uno di quegli album in cui senti i musicisti dialogare, prendersi dei rischi, metterci tutta la fantasia che hanno. Nevermind the Tempo è l’album che metti su quando non puoi permetterti un Trip ma comunque vuoi non capirci più niente.