Una delle figure più emblematiche degli inizi dell’900, un uomo le cui scoperte uccisero milioni di persone, ma che ancora oggi continuano a sfamarne altrettante

di Davide Bagnoli

Nel 1918 il chimico Fritz Haber ricevette il Premio Nobel per quella che viene considerata una delle innovazioni più importanti nella storia umana: la sintesi dell’ammoniaca. Nonostante ciò, alla sua cerimonia di premiazione molti dei colleghi scienziati si rifiutarono di partecipare ed addirittura due dei vincitori non ritirarono il premio per protesta. Perché tanto disprezzo? Prima di comprendere ciò, è necessario fare un passo indietro per indagare cosa innanzitutto lo portò al successo.

Una delle cose che gli studi sul Medioevo lasciano impresse nella nostra memoria è il sistema di rotazione triennale, ovvero quell’innovazione che permise una maggior produzione di alimenti portando ad un conseguente aumento della popolazione. In questo sistema di rotazione era necessario stabilire un periodo a riposo (il “maggese”) in modo da permettere al terreno di rifornirsi dei nutrienti essenziali per la crescita della pianta; a metà del diciannovesimo secolo un ulteriore passo fu compiuto nel momento in cui si pensò di aggiungere le sostanze nutrienti direttamente nel suolo: nacquero così i fertilizzanti.

Il più importante concime naturale è il cosiddetto “guano”, termine tecnico utilizzato per descrivere gli escrementi d’uccello, poiché contiene buone quantità di composti d’azoto (N), ovvero l’elemento che ne determina il potere fertilizzante. Alla fine dell’800, dopo anni passati a contendersi i più grandi depositi di guano sulle coste del Perù, anche queste risorse iniziarono a scarseggiare. Per la popolazione umana in continuo aumento demografico si temeva il peggio: senza l’aiuto dei concimi non ci sarebbero state abbastanza risorse per sfamare tutti. Si capì che l’unica possibilità di sopravvivenza consisteva nell’affidarsi alla ricerca in campo chimico, in modo da trovare un metodo per produrre artificialmente i composti d’azoto: chiunque avesse scoperto il modo per fare ciò sarebbe diventato il salvatore dell’umanità.

Curiosamente, l’azoto non è difficile da trovare; infatti, il 78% dell’aria è azoto. Gli atomi di azoto nell’aria, tuttavia, si legano tra loro con legami forti, difficilissimi da rompere. In natura, le molecole vengono scisse o da batteri specifici del suolo (anche se in maniera troppo lenta per i nostri scopi) oppure tramite l’energia rilasciata dai fulmini. Per questo motivo, fu necessario trovare un metodo per produrre artificialmente i composti dell’azoto: molti chimici svolsero delle ricerche ma molti di essi non ebbero successo. Nel 1904, il chimico tedesco Fritz Haber, avviò a sua volta uno studio su tali elementi e, dopo diversi anni passati a lavorare sul progetto, ideò con successo un procedimento che permise di sintetizzare l’ammoniaca (NH3) (un composto dell’azoto) tramite l’esposizione degli atomi di idrogeno e delle molecole di azoto a temperature e pressioni elevatissime. Come conseguenza di ciò, nel 1911 la prima fabbrica di ammoniaca risultava già pienamente operativa e grazie ad essa si riuscì a sostenere buona parte dell’agricoltura tedesca. In seguito a questa scoperta, Haber fu ricoperto di onori e venne proclamato direttore dell’Istituto di chimica del Kaiser.

Poi arrivò la guerra.

Bisogna sapere che le reazioni dei composti dell’azoto rilasciano grandi quantità di energia e, per tale motivo, hanno una notevole forza detonante: visto il potenziale bellico di questo elemento, alcune fabbriche di concime vennero adibite alla produzione di esplosivi. Inoltre, l’animo patriottico di Haber lo spinse ad arruolarsi nell’esercito tedesco dove, dopo aver assistito ad alcune fallimentari sperimentazioni di armi chimiche e consapevole delle sue capacità da scienziato, riuscì a creare un nuovo gas letale che, grazie alle sue basse concentrazioni ed al fatto che era più pesante dell’aria, fu in grado di infiltrarsi nelle trincee nemiche. Il 22 aprile 1915, Haber sperimentò il suo gas lungo il confine delle Fiandre: come conseguenza, 5000 soldati degli Alleati morirono asfissiati dai fumi tossici penetrati nelle trincee. A causa di questa meschina mossa, il chimico ottenne il grado di capitano ed il 1° maggio, tornato a Berlino, organizzò una festa a casa sua.

Conclusi i festeggiamenti, mentre Haber si trovava in uno stato di incoscienza dato dall’assunzione di sonniferi, la moglie del chimico compì un gesto estremo: uscita nel corso della notte nel giardino della propria dimora, si sparò al petto. Il corpo venne rinvenuto dall’unico figlio della coppia, all’epoca tredicenne. Non si sa se sia stata la brutalità del marito ad aver portato la donna a compiere tale gesto, ma si è a conoscenza di come Clara Haber, nonostante fosse anch’essa una brillante chimica, in seguito al matrimonio fu costretta ai lavori domestici che causarono in lei uno stato di insoddisfazione. Il giorno dopo il suicidio della moglie, Haber dovette ripartire immediatamente per il fronte russo, in quanto doveva supervisionare dei nuovi attacchi chimici.

La guerra, come sappiamo, fu persa dalla Germania e questo per Haber fu una delusione enorme.  Il chimico proseguì la sua vita malinconica come direttore dell’istituto del Kaiser fino all’ascesa al potere del partito nazista: Haber era di origine ebrea e, insieme ai suoi colleghi ebrei, fu perseguitato dalle istituzioni nazionalsocialiste. Il professore fu costretto ad emigrare di continuo tra varie mete europee, non riuscendo mai a venir accettato dai colleghi stranieri che vedevano in lui solamente un assassino. Nel 1934, dopo alcuni anni di pellegrinaggio ed ormai sessantacinquenne, Haber morì in Svizzera di attacco cardiaco.

Fritz Haber ha portato la chimica nell’agricoltura: alcuni lo osannano, perché grazie a lui ogni giorno miliardi di persone si possono sfamare, mentre altri lo biasimano perché le sue invenzioni hanno causato un crescente sfruttamento ambientale, dando il via ad un’agricoltura di stampo sempre più intensivo, eliminando la rotazione triennale e la biodiversità nei campi agricoli; senza dimenticare il fatto che il chimico ha sfruttato la scienza immoralmente per la creazione di mostruose armi chimiche.

Il vissuto di Fritz Haber è sicuramente interessante da conoscere, ma bisogna ricordare che la sua rimane la storia di un semplice uomo, le quali scoperte potrebbero essere state fatte da qualsiasi altra persona ed il cui utilizzo non può essere di certo essere imputato ad un singolo: è sempre la collettività a prendere delle scelte, lui ne è stato solo il catalizzatore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *