Tra le strade del Fermi si aggira un giovane designer e noi della redazione MyFermi abbiamo deciso di incontrarlo per farci spiegare quale sia il suo lavoro e per capire come funziona la vita di un vero artista come lui.

                                                                     di Lyam Sibilia

Siamo qui oggi al Fermi in compagnia di un giovane designer, un artista che sta cercando di entrare nel mondo della moda tramite un brand che lui stesso ha creato… Stiamo parlando di Juba.

A.K.A. luvtxape.

Bene, partiamo subito. Chi è Jubayad Hossail, conosciuto da tutti come Juba?

Allora, mi definiscono un Dominicano, anche se non lo sono dato che ho origini in Bangladesh, e sono un ragazzo di… quanti anni ho? Ah sì, ecco, sono un ragazzo di 15 anni che si chiama Jubayad Hossail.

Raccontaci un po’ cos’è luvtxpe.

Inizialmente non si chiamava ‘luvtxpe’ ma ‘Jongest ak47’ ed era una page in cui postavo canzoni che mi piacevano e contenuti simili; poi mi è balenata nella mente l’idea di fare dei vestiti, perché non mi piaceva ciò che c’era sul mercato, quindi ho deciso che me li sarei creati io stesso.

Un cambiamento enorme, direi. Per avvicinarci il più possibile alla sua sfera personale, mi sembra doveroso capire dove abita Juba e se conduce una vita “normale”.

Allora io sono from outer space, quindi vengo dallo spazio.

Interessante direi, grazie della risposta. Ora vorrei cercare di capire se anche Juba presenta quei tratti distintivi che fanno capire subito se siamo di fronte a una artista. Sappiamo che sono molti gli aspiranti designer o artisti in generale che abbandonano la scuola per potersi concentrare sui loro progetti; mi domando se anche tu in quanto giovane talento farai lo stesso.

No, perché se lo faccio mia mamma mi uccide, quindi preferisco di no.

Scelta decisamente saggia. Sempre per delineare meglio il tuo profilo di artista… sappiamo benissimo tutti che molti artisti assumono droghe. È anche il tuo caso?”

A dire il vero no, devo ancora avere la mia prima sbronza, quindi sono molto pulito.

Quindi in pratica ci stai dicendo che non sei un vero artista…

Probabile, probabile.

C’è per te un’altra domanda che potrebbe ancora aiutarti a collocarti definitivamente sotto l’etichetta di artista. Tu sei un designer maschio e tutti sanno che il 99% delle persone che lavorano in questo settore è omosessuale; lo sei pure tu ?

Okay che bacio in bocca mio fratello perché lo amo davvero, ma in realtà sono etero, quindi sì, insomma, sono un artista alquanto strano, perché non posseggo nulla di quanto ti aspettavi… Ma andiamo avanti.

Molti studenti del Fermi vorrebbero sapere a cosa si ispira Juba.

Le ispirazioni vengono dall’ambiente umano o spesso anche dagli edifici, che durante l’inverno sembrano tutti grigi e ammassati; osservandoli mi viene in mente di creare qualcosa che sia strutturato ma allo stesso tempo risulti casuale.

Per quanto riguarda i progetti futuri, puoi già dirci qualcosa?

Certamente, ho in mente di scrivere un libro motivazionale, poi vorrei anche lanciare il brand per bene in modo da dargli un senso, cercando di farlo durare nel tempo.

Altri studenti vorrebbero invece sapere cosa ti ha spinto a creare luvtxpe.

Non lo so bene nemmeno io di preciso; mi ricordo semplicemente che un mio amico aveva voglia di personalizzare delle magliette e dato che l’idea mi piaceva mi ha portato nel negozio ‘Timbri Manfredini’ a Mantova, in questo negozio abbiamo fatto le prime stampe e poi ho continuato.

Una studentessa che è curiosa di capire se la tua iniziale del brand rispecchia ciò che poi è diventato.

No, mi ricordo che la prima maglietta fatta era semplicemente uno scheletro preso da Pinterest, attaccato dietro con una scritta piccola che si è staccata dopo una settimana.

Divertente. Juba, ti ringrazio per esserti reso disponibile per l’intervista e, a nome della redazione MyFermi, ti auguro di realizzare con successo i tuoi progetti!

Grazie a voi.

 

 

2 commenti a “L’ARTISTA ATIPICO”

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