Traguardi raggiunti a suon di record sgretolati: ecco gli incredibili successi targati 2023 di Jannik Sinner, arrivando alla tappa Australian Open. Vittorie che preparano la caccia ai prossimi successi.

di Giovanni Sassi Buttasi

Per Sinner, il ventiduenne originario di San Candido che sta riavvicinando l’Italia al tennis, il 2023 è stato senza alcun dubbio l’anno della consacrazione. L’astro nascente del tennis italiano è diventato campione, spazzando via bookmakers e pronostici con la vittoria di quattro tornei, la conquista del primo master mille in carriera, l’approdo in finale alle Finals, la storica vittoria della Coppa Davis e la conclusione dell’anno al quarto posto nel ranking mondiale. A testimoniare l’annata strepitosa dell’altoatesino e del miglioramento del suo gioco a livelli altissimi, sono soprattutto le vittorie, fino a un anno fa impensabili, contro professionisti come Tsitsipas, Medvedev e Novak Djokovic.

A inizio anno, Sinner riprende la stagione in quindicesima posizione del ranking, ma sul cemento australiano di Adelaide e degli Australian Open, primo slam dell’anno, raccoglie meno di quanto avrebbe potuto, condizionato anche da un problema all’anca. Subito dopo, ai primi di febbraio al torneo di Montpellier 250, arriva il primo successo stagionale con la vittoria in finale su Maxime Cressy per 7-6(3) 6-3. E’ il settimo titolo in carriera e il terzo senza perdere set. Poco dopo, a Rotterdam 500, conquista il primo successo in carriera su Stefanos Tsitsipas, che gli vale anche la prima vittoria contro un top tre del ranking; nel torneo arriverà in finale, dove incontrerà la nemesi Daniil Medvedev che lo batterà in tre set.

Nonostante gli ottimi risultati di marzo sul cemento statunitense, Sinner non riuscirà mai a dare l’affondo finale: al master mille d’Indian Wells viene fermato in semifinale dall’iberico Carlos Alcaraz, futuro vincitore, mentre al master mille di Miami si arrende nell’ultimo atto a Medvedev, il quale colleziona la sesta vittoria in altrettanti scontri contro l’italiano. Fresco dell’ingresso tra i migliori otto del mondo, Sinner dà il via alla stagione su terra rossa, partecipando al master mille di Monte Carlo, tra l’altro residenza del giovane tennista. Nel Principato Sinner perderà a un passo dalla finale contro Holger Rune per 1-6 7-5 7-5, nel primo match disputato contro il giovane fuoriclasse danese. Seguono: il discreto risultato agli Internazionali d’Italia, dove verrà eliminato agli ottavi dall’argentino Cerundolo e l’inaspettata eliminazione al secondo turno del Roland Garros (secondo slam dell’anno e ultimo torneo su terra battuta). Bastano però poche settimane all’altoatesino per redimersi dalla sconfitta di Parigi: sull’erba di Wimbledon, diventa l’Italiano più giovane di sempre a raggiungere una semifinale slam. A negargli il passaggio in finale è l’eterno Novak Djokovic, che vince facilmente in tre set (nei quattro tornei del Grande Slam, a differenza degli altri, si gioca alla meglio dei cinque set). Tornato sul cemento, a Toronto, per Sinner arriva il più grande trionfo della carriera sino a quel momento: in finale travolge l’australiano De Minaur con un punteggio di 6-4 6-1 e conquista il suo primo master 1000 che gli vale la sesta posizione nel ranking. In un periodo di forma eccellente, Sinner partecipa per la prima volta al tour asiatico prendendo parte al torneo ATP500 di Pechino, dove prima batte il rivale Alcaraz in semifinale e poi sfata il tabù Medvedev, vincendo in due set al tie-break per 7-6(2) 7-6(2). Come se non fosse abbastanza, entra di conseguenza tra i migliori quattro tennisti al mondo, diventando l’unico italiano a raggiungere posizioni simili insieme allo storico Adriano Panatta. A ottobre, un Sinner straripante raggiunge la sesta finale stagionale a Vienna e vince il torneo battendo per la seconda volta consecutiva Medvedev, in tre set. Con la vittoria del nono titolo in carriera eguaglia il record di Panatta e allo stesso tempo, con il 56° successo stagionale, supera quello di Barazzutti.

Non c’era forse modo migliore, per il ragazzo “pel di carota”, di chiudere l’ultimo torneo prima delle Finals di Torino, a cui vi accedono i migliori otto del mondo.

Le ATP Finals iniziano il 12 novembre a Torino, la città designata per l’evento, e Jannik Sinner vi farà il suo ingresso da titolare per la prima volta (nel 2021 sostituì Berrettini, ritirato per infortunio).

La strada è tortuosa e piena d’insidie: la prima fase consiste in un girone all’italiana in cui passano i primi due classificati e lo vede in gruppo con Rune, Tsitsipas e Djokovic mentre Alcaraz, Medvedev, Rublev e Zverev formano il secondo gruppo. Servirà il migliore gioco del tennista per passare alla semifinale. Al suo debutto, in un Pala Alpitour infuocato, Sinner batte nettamente Tsitsipas con un doppio 6-4. E’ il secondo match a rappresentare la vera sfida per Sinner, che in una forma strabiliante dovrà affrontare il numero uno al mondo e sei volte campione delle Finals Novak Djokovic, contro cui ha perso tutti e tre gli incontri precedenti. La partita è incredibile: i due giocatori si danno battaglia a suon di diritti e rovesci, slice e volèe; la vittoria del primo set è di uno Jannik strepitoso e arriva come un lampo a ciel sereno, dopo aver strappato il servizio a Djokovic, avanti 40-0 nell’undicesimo gioco. Nel secondo set il serbo si rende ingiocabile al servizio, ciononostante dovrà aspettare il tie break per avere la meglio, pareggiando i conti con un 7-5 e concludendo con la provocazione del dito all’orecchio, come se chiedesse a tutta Torino che fine avesse fatto. Dopo una maratona durata più di tre ore però, al tie-break del terzo e ultimo parziale è l’italiano a trionfare per 7-2, mandando in festa tutta Italia e vincendo per la prima volta contro il “Djoker” con un risultato finale di 7-5 6-7(5) 7-6(2). Con due vittorie, Sinner è in testa al girone ma la situazione è tutt’altro che archiviata e l’ultima partita della prima fase, contro il danese Rune, può rivelarsi fatale. Sinner non si lascia intimidire dal classe 2003, che lo stesso anno lo aveva eliminato a Montecarlo, e riporge il favore vincendo il match in tre set. Sinner chiude il girone in prima posizione, davanti a Novak Djokovic, diventando il primo italiano della storia a vincere due partite alle Finals e ad accedere alle semifinali, dove peraltro incontrerà il solito Daniil Medvedev. Il 18 novembre, in un match al cardiopalma con colpi da fuoriclasse da entrambe le parti, Sinner batte il russo dopo averlo dominato nel terzo set, con un punteggio finale di 6-3 6-7(4) 6-1; Sinner strappa così un biglietto per la finale, dove reincontrerà Djokovic. Nell’attesissimo ultimo atto, in cui Sinner viene sconfitto, l’italiano non gioca il suo tennis più brillante, ma tutti i meriti della vittoria spettano al trentaseienne nativo di Belgrado, che tira fuori dal cilindro una prestazione sensazionale che gli vale il settimo titolo di campione, nessuno come lui.

La sconfitta in finale ha un sapore amaro per Sinner, che aveva visto il traguardo ad un passo, ma ciò che ha fatto quella settimana di novembre sa finalmente di lieta, dolce consacrazione. La stagione, per quanto incredibile, non finisce qua per il numero uno d’Italia, che appena concluse le Finals si batterà con la maglia della nazionale nella fase finale della Davis Cup, a Malaga, raggiunta dall’Italia con i successi di Bologna su Cile e Svezia. I primi avversari dell’Italia sono i Paesi Bassi, piegati dalla squadra di capitano Filippo Volandri per 2-1, dove Sinner contribuirà con le vittorie in singolo su Griekspoor e, in doppio, in coppia con Sonego. In semifinale è tutto apparecchiato per il secondo atto della sfida tra Sinner e Djokovic, perché l’avversaria dell’Italia è proprio la Serbia. Jannik reincontra Novak per la terza volta nel giro di dieci giorni e i due giocheranno dopo il primo match, che vedrà Musetti spezzarsi sotto i colpi di Miomir Kecmanovic.

L’Italia, sotto 1-0, è sull’orlo della disfatta ma Sinner non ci sta e, dopo un’altra maratona, con un punteggio di 6-2 2-6 7-5, Djokovic è costretto a inginocchiarsi a un ventiduenne capace di annullargli tre matchpoint consecutivi, unico ad esserci mai riuscito. La micidiale vendetta del nativo di San Candido però non finisce qui: i due tennisti si dovranno reincontrare in doppio a distanza di pochi minuti per decretare chi sfiderà l’Australia in finale. Altra partita sì, ma stesso risultato: la coppia Sinner-Sonego batte in due set quella serba, formata da Djokovic e Kecmanovic, con una prestazione che passa di fatto alla storia, perché Sinner diventa il primo giocatore in grado di battere Novak Djokovic non una, non due ma ben tre volte in dieci giorni.

Sarà proprio Sinner, dilagante nel match contro l’australiano Alex De Minaur, finito 6-3 6-0, a riconsegnare la Coppa Davis all’Italia dopo 47 anni, coronando una stagione già sensazionale.

L’annata 2023 è stato un rito di passaggio per Jannik, in cui l’unica nota amara sono stati i tornei del Grande Slam (i più importanti e remunerativi per gli atleti professionisti), unici tornei del circuito dove l’altoatesino non è ancora riuscito a imporsi. E’ proprio con la straordinaria vittoria occorsa il 28 gennaio agli Open di Australia che Sinner ha salutato l’anno nuovo. Un Jannik scalpitante e testa di serie numero quattro affronta al primo turno Van de Zandschulp, riprendendo da dove aveva lasciato battendolo con un netto 6-4 7-5 6-3, passando al secondo turno. Qui, con un triplice 6-2, ha risolto la pratica Jesper De Jong. Sinner è stato devastante anche contro Bàez, travolto in tre set: 6-0 6-1 6-3. Anche al quarto turno l’italiano non ha mostrato cedimenti: la “marea rossa” ha affondato Khachanov 6-4 7-5 6-3. Ai quarti incontra il russo Rublev, testa di serie numero cinque, che seppur in vantaggio 5-1 al tie-break del secondo set, cede ai ritmi marziani dell’italiano, che vince ancora una volta in tre set.

In semifinale, Sinner è atteso alla Rod Laver Arena dal fenomeno che nei suoi anni da campione ha fatto di Melbourne casa sua: si parla del solito Djokovic, dieci volte campione del torneo e che non perde in Australia dal 2018. In un match iniziato alle quattro e mezza del mattino e finito alle otto, ora italiana, Sinner si rende padrone del palcoscenico battendo ancora una volta Djokovic per 6-1 6-2 6-7(6) 6-3 interrompendo una striscia di vittorie che perdurava da trentatre partite. Il “ragazzo di montagna” guadagna così un posto in finale nella terra del deserto e del mare: si batterà contro Medvedev per il primo titolo slam.

Il 28 gennaio, per la prima volta nel torneo, Sinner viene messo alle strette cedendo al russo i primi due set. I tre set che seguono sono una prova mentale e fisica che un comune ventiduenne sarebbe portato a fallire, ma il campione italiano ha dimostrato più volte di essere fatto di tutt’altra pasta. La rimonta è completa alle 13:28 italiane, con la vittoria del quinto set grazie ad un break arrivato nel sesto gioco. Sinner chiude i conti 3-6 3-6 6-4 6-4 6-3 aggiudicandosi l’Open d’Australia e guadagnando il titolo di campione slam.

Il fuso australiano ha reso difficile seguire il torneo in diretta, ma la “sinnermania” è anche questo.

Il ragazzo nato a San Candido, che fa dell’umiltà la sua arma principale, è riuscito in pochi mesi a far appassionare milioni di persone, anche coloro che con le palline gialle di dimestichezza ne hanno poca. Sinner si è preso prepotentemente un posto nell’olimpo del tennis, e ha intenzione di rimanerci per un bel po’.

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