L’ultimissima riforma riguardante le pensioni ha provocato numerose rivolte in tutta la Francia, gettando lo stato nello scompiglio e causando disagio soprattutto nei trasporti.

di Zanoni Janiss

La crisi economica si fa sentire sempre di più e le casse dello stato non riescono a sostenere le spese. Il debito pubblico è in continuo aumento e il paese risente ancora della situazione post-pandemia. Per questo è impensabile alzare le tasse per il recupero dei fondi necessari alle pensioni. 

Il sistema pensionistico non è più sostenibile per numerosi motivi, primo fra i quali l’invecchiamento della popolazione. Sono sempre meno i lavoratori giovani che contribuiscono al sistema, senza contare che l’elevata longevità aumenta il numero di anziani a cui dare la pensione e il periodo di erogazione si allunga.

Per risolvere la questione, il presidente francese Macron ha preso la decisione di aumentare l’età pensionabile. Nel 2030 si entrerà in pensione a 64 anni, anziché a 62 come ora. Nei prossimi 7 anni l’età aumenterà progressivamente di 3 mesi ogni anno. 

La riforma, divenuta ormai legge, specifica anche altre questioni, che rendono l’accesso alla pensione più rigido e meno generoso. Si vogliono incentivare gli anziani a continuare a lavorare anche oltre dell’età fissata. La situazione è vantaggiosa per chi svolge mansioni poco pesanti dal punto di vista fisico ma per gli altri è una proposta inaccettabile. 

La decisione non è stata approvata dal parlamento, la legge è passata senza che ci fosse il voto del principale organo legislativo, perché si sapeva che non avrebbe ottenuto la fiducia. Macron quindi ha attuato la riforma in maniera autonoma, trovandosi contro non solo il popolo francese ma anche parte del governo.

A seguito di questi avvenimenti, i cittadini francesi hanno deciso di protestare, scendendo in piazza in diverse città. Non sono stati mossi solo dallo scontento nei confronti della nuova legge, ma anche dell’attuale governo, giudicato poco democratico. 

Sono principalmente i giovani a manifestare lo scontento. Con questa riforma, infatti, cambia il concetto di lavoro, che viene percepito come un sacrificio infinito. Inoltre, gli anziani, dovendo continuare a lavorare, occuperanno i posti di lavoro che dovrebbero invece liberarsi per i più giovani. 

Sono state moltissime le persone a scioperare e a marciare nelle città. In una delle mobilitazioni sono stati stimati più di 1,9 milioni di partecipanti, mentre più di 3 milioni sono stati portati in piazza dai sindacati. Le manifestazioni hanno spesso assunto caratteri violenti: si sono verificati scontri con la polizia e ripetuti incendi. Dopo un iniziale sciopero dei netturbini, Parigi si è riempita di 7 mila tonnellate di spazzatura. Sono stati chiusi anche i luoghi simbolo della città, come il Louvre e la Tour Eiffel, e anche la rete suburbana di trasporti ha dovuto chiudere e limitare alcune linee. Disagi in generale anche nei trasporti pubblici di tutto il paese: per quanto riguarda i treni ad alta velocità, ne viaggeranno solo 3 su 5 e solo la metà di quelli regionali. I manifestanti hanno anche invaso i binari della stazione della Gare de Lyon, una delle più importanti nella capitale, mentre altri hanno marciato sui binari per oltre due chilometri. Sono le stesse compagnie a consigliare l’annullamento dei viaggi, se possibile. Anche le compagnie di volo hanno riscontrato dei problemi: è stato chiesto loro di annullare parte dei voli, ma solo in determinate giornate.

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