Quella di Tedua eh, non quella di Dante

Di Andrea Ferrari

TITOLO: La Divina Commedia

ARTISTA: Tedua

DATA DI RILASCIO: 2 giugno 2023

GENERE: pop rap / trap

DURATA: 49:39

TRACCE: 16

A 5 anni dall’ultimo album in studio “Mowgli”, Tedua fa un clamoroso ritorno con un nuovissimo disco, su cui il rapper ha fatto tantissimo hype per anni, attesissimo sia dai fan che no; un disco che, mi duole dirlo, è al dir poco deludente.

La intro è stata rilasciata pochi giorni prima del rilascio dell’album, un pezzo dove Tedua annuncia il suo contenuto, e ha suggerito un rinnovamento di stile rispetto ai precedenti lavori, dove mischia rap, trap e neomelodico, insieme ad un testo ben scritto con molti rimandi al capolavoro Dantesco. Infatti, il disco propone un concept molto interessante: l’artista analizza il suo passato e i suoi errori, portandolo ad un esame di coscienza, usando come riferimento l’opera di Dante. Anche se di riferimenti al poeta trecentesco, tranne nella intro, ce ne sono ben pochi.

L’album comincia bene con “Paradiso Artificiale” con Baby Gang e Kid Yugi, e “Malamente”; due pezzi con un testo niente male che mantengono il concept dell’album, nonostante non siano tutto sto gran che: la prima mostra spesso rime abbastanza banali (“Quella tipa ha il culo grande, non è Ariana Grande”); nella seconda il flow di Tedua non segue sempre il beat e risulta abbastanza fastidiosa.

Il disco comincia a cadere veramente in basso con “Hoe” con Sfera Ebbasta, un trap banger che non c’entra assolutamente nulla con i primi due pezzi, un lyrics completamente distaccato dal senso del disco.

“Angolo All’Inferno”, con Salmo e Federica Abbate, non è male, sia di scrittura e di flow che metrica. Seguono però “Mancanze Affettive” con Geolier e “Red Light”, che presentano un songwriting molto più banale. In particolare, la seconda è una ballad con chitarra, non è così male, ma non capisco con quali criteri sia stata messa in questa posizione.

Non mi dilungherò molto sulle prossime tre: “Volgare” con Lazza, “Scala Di Milano” con Guè e “Diluvio A Luglio” con Marracash sono molto radiofoniche (in particolare la prima, con un ritornello molto stile “Cenere”) e dove i featuring suonano meglio dell’artista principale. Segue “Soffierà”, che, come “Red Light”, è una ballad completamente scollegata dal disco. A questo punto fatico a capire dove sia finito il concept.

“La Verità” con bnkr44 è una buonissima canzone, Tedua ha un buon flow e tornano i riferimenti al capolavoro dantesco; grazie al ritornello radiofonico, la rende una traccia sia commerciale che adatta al concept del disco. Ma ricadiamo subito in basso con “Anime Libere” con Rkomi e Bresh: ho trovato buono solo Bresh in questa traccia, e il songwriting era al dir poco banale; dimenticabile è la parola giusta per descriverla.

Alla fine dell’album avevo ormai perso le speranze, ma per fortuna c’erano le ultime tre tracce, “Lo-fi For U”, “Bagagli (Improvvisazione)” e “Outro Purgatorio”. Questo è letteralmente quello che mi aspettavo da questo disco quando l’ho ascoltato, un flow super scorrevole che accompagna l’ascoltatore per tutta la canzone, un testo crudo che non gira attorno ai concetti, ma arriva dritto al punto.

Considerando che l’album ci ha messo cinque anni ad arrivare, e tenendo conto di tutto l’hype che è stato messo sul fuoco nel tempo, mi aspettavo qualcosa di molto più. Tra l’altro, lo stesso Tedua ha dichiarato che l’album è diviso tra Inferno e Purgatorio (una divisione che tra l’altro ho trovato impossibile da delineare), suppongo quindi che tra qualche mese arriverà la deluxe con il Paradiso… non resta che pregare.

“La Divina Commedia” è un prodotto con un concept stupendo ma che è stato buttato per fare un prodotto quasi completamente radiofonico, dove Tedua non si mette in gioco e suona pure peggio dei featuring.

Voto: 4,75/10

Canzoni preferite: “Intro La Divina Commedia”, “Paradiso Artificiale”, “Angolo All’Inferno”, “La Verità”, “Lo-fi For U”

Canzoni meno preferite: “Hoe”, “Red Light”, “Soffierà”, “Anime Libere”

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