Viaggio nel cuore oscuro delle élite del Deep State
di Hajar Qacem
Hai mai sentito parlare di una mano invisibile che, nascosta dietro le quinte, orchestra gli eventi mondiali? Un potere occulto che manipola le masse?
Questa è l’essenza del Deep State, meglio conosciuto come stato profondo, un’entità controversa che da sempre affascina e inquieta l’opinione pubblica. Ma cosa si cela realmente dietro questa teoria? E in che misura il Deep State influenza la nostra vita quotidiana, soprattutto attraverso i social?
Partiamo dalla sua definizione. Si tratta di un’espressione usata “per descrivere corpi, gruppi o istituzioni che operano in segreto al di fuori delle strutture ufficiali dello Stato ed esercitano una grande influenza sul processo decisionale del Paese”.
Per mantenere l’ordine pubblico e i propri valori, ricorre a stratagemmi e inganni, sfruttando la burocrazia per prolungare i processi amministrativi e impedire la contestazione da parte dei cittadini. Inoltre, controlla l’economia e i mercati, creando narrazioni che influenzano domanda e offerta, sostenendo così reti di interessi economici allineate al proprio scopo di stabilità. Infine, tende a reprimere oppositori e dissidenti, utilizzando – se necessario – anche le istituzioni religiose per legittimare le proprie misure repressive
Le autorità sovrane del “profondo” sanno infiltrarsi negli organi amministrativi ed esecutivi dello Stato, come i governi locali e governatoriali. Esse nominano loro rappresentanti – in particolare quelli militari – al fine di garantire che tutti gli aspetti dello Stato operino allo stesso ritmo e nella stessa direzione. Campagne di propaganda sui media contribuiscono alla creazione di trucchi e inganni e all’esagerazione, ad esempio, di molte questioni minori a scapito di problemi più grandi, per spostare l’opinione pubblica allo scopo di preservare i propri interessi.
Il Deep State sui social media
Se il Deep State è un fenomeno complesso e difficile da definire, i social media rappresentano il terreno di cultura ideale per la diffusione di teorie del complotto e di narrazioni alternative alla realtà. Piattaforme come Facebook, X, Instagram, TikTok e YouTube offrono un palcoscenico globale a chiunque voglia esprimere le proprie opinioni, anche le più estreme.
Le fake news e le teorie del complotto si diffondono rapidamente e producono disinformazione e polarizzazione della società, alimentando sospetti e diffidenza verso le istituzioni e rappresentando così una minaccia per la democrazia.
Il Deep State ha la capacità di utilizzare la manipolazione delle informazioni digitali per influenzare profondamente l’opinione pubblica e minare le fondamenta del sistema democratico. Un esempio su tutti: la democrazia anglo-americana favorisce la libertà di opinione mentre limita quella di pensiero. Poiché molti cittadini non conoscono il potere dei mass media e le logiche su cui si basa, finiscono per venirne condizionati in modo negativo; le conseguenze sono una diffusa ignoranza e una ridotta libertà di scelta politica. Sebbene i cittadini abbiano il diritto di voto all’interno di una rosa di possibilità, finiscono per essere manipolati attraverso il condizionamento dei mass media, governati dai poteri “occulti”, e dunque per votare ciò che ci si aspetta da loro.
Deep state: verità o menzogna?
Ci sono diverse ragioni per cui molte persone credono nella sua esistenza.
Innanzitutto, la complessità e l’opacità delle istituzioni governative di molte nazioni alimentano il sospetto di un potere non ufficiale che influenzi le decisioni politiche.
Inoltre, le teorie del complotto che circolano su Internet e sui social media hanno amplificato queste convinzioni, creando una rete di narrazioni che collegano eventi, persone e istituzioni in modi che possono sembrare plausibili, anche se prive di prove concrete. Queste narrazioni sono spesso supportate da “fatti” selettivi o reinterpretati, che contribuiscono a creare un senso di connessione tra eventi apparentemente slegati.
Un esempio fra tutti: durante e dopo il periodo elettorale, l’ex presidente Donald Trump e i suoi sostenitori (come il gruppo Qanon) hanno dichiarato che le istituzioni governative, inclusi i servizi segreti e il sistema giudiziario, avevano congiurato contro di lui. Diverse situazioni hanno alimentato questa narrativa, come le indagini sulle presunte interferenze russe nelle elezioni del 2016, sfociate in un’inchiesta dell’ex direttore dell’FBI Robert Mueller, che i sostenitori di Trump hanno considerato politicamente motivata e parte di una strategia per ostacolare il suo operato. Il processo di impeachment di Trump nel 2019, accusato di abuso di potere e ostruzione del Congresso, è stato percepito dai suoi sostenitori come un tentativo dell’establishment politico di rimuoverlo dall’incarico. Nulla però di tutto ciò si è rivelato fondato su fatti e prove concrete.
E l’Italia?
Anche l’Italia ha avuto il suo deep state nelle logge massoniche, in particolare la famosa P2, presente sino agli anni ’80. Si trattò di un’organizzazione segreta costituita da membri dei servizi segreti italiani detti “deviati”, ministri, parlamentari, imprenditori, finanzieri magistrati, editori e giornalisti che collaborarono con le frange estremiste nere e con la criminalità organizzata per sovvertire l’ordine democratico e assumere il controllo politico dello stato italiano attraverso il controllo sui media e sull’informazione e una riforma della magistratura. Il piano di questa organizzazione fu sciolto dalle forze dell’ordine nel 1982.
Insomma, molti gli stati che nella loro storia a partire dal dopoguerra sembrano avere o aver avuto al proprio interno situazioni non trasparenti, gestite da personaggi influenti, con finalità di controllo o sovvertimento del potere. Ma quante sono vere? Quante frutto di alterazioni della realtà, diffuse oggi con estrema facilità grazie al potere dei social? Quanto tutto ciò influenza davvero l’opinione pubblica?
Scriveteci cosa ne pensate.