Com’è cambiato oggi il suo significato originale

di Sofia Menegolo

La maggior parte delle persone non conosce la storia della festa di Halloween, che non nasce in America, come molti credono, ma ha origini antichissime risalenti a più di 2000 anni fa nei paesi dell’Europa del nord, dominati dalla cultura celtica.

Il nuovo anno per i Celti iniziava il 1° Novembre, quando finiva l’estate e iniziava l’inverno. In quell’occasione si organizzava la festa più importante, quella che celebrava il signore della morte, il Samhain, che la vigilia del 1° Novembre chiamava a sé tutti gli spiriti. I morti, nella visione dei Celti, sarebbero potuti così ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita; dunque, quel giorno venivano tenute celebrazioni gioiose in loro onore. Le antiche popolazioni celtiche erano un tutt’uno con il loro passato e il loro futuro. Contemporaneamente, infatti, venivano venerati e ringraziati gli dèi per il raccolto dell’anno appena concluso: la Madre Terra aveva dato i suoi frutti e la popolazione si preparava con essi ai rigori invernali. Questi antichi rituali aiutavano a familiarizzare con la morte e con l’ignoto che porta con sé.

La chiesa cattolica tentò di sradicare i culti pagani e nell’835 spostò la Festa di Ognissanti dal 13 Maggio al 1° Novembre, pensando così di riempirla di un nuovo significato. E aggiunse una nuova festa, quella del 2 Novembre: il Giorno dei Morti. La cristianizzazione di certi riti pagani, legati al culto dei morti, iniziò nell’orbita della cultura monastica, per poi arrivare a diffondersi rapidamente, divenendo parte della cultura popolare.

Oggi il 1° Novembre è anche una festa istituzionale: le scuole e il mondo del lavoro si fermano. Ma qual è per noi, oggi, il suo significato? Sotto quale veste la consideriamo?

Oggi il suo principale significato è il ricordo dei morti. Ma mai come in quell’occasione siamo chiamati a fare i conti con la precarietà, la fragilità e la finitezza dell’esistenza umana. La morte ci induce a riflettere sulla vita. Perché la morte fa parte della vita su questa Terra. Una vita senza morte non sarebbe umana o terrestre, anche se l’uomo cerca continuamente di combatterla o di ritardarla.

Tutto ha un inizio e una fine e la consapevolezza di questo ci pone domande alle quali tendiamo inconsapevolmente a sottrarci durante il resto dell’anno. E forse anche la “festa” di Halloween è un altro modo per esorcizzare la morte, per prenderne le distanze.

Nonostante abbia ancora stretti legami con le sue radici storiche, Halloween ha subito un’imponente commercializzazione. Negli Stati Uniti, infatti, è la seconda festa dopo il Natale in ordine di popolarità. E così anche da noi, che dagli anni ’50 non abbiamo mai smesso di subire il fascino e l’influenza americane, la moda impazza. Zucche e travestimenti sono entrati anche nelle tradizioni italiane e come nel resto del mondo la festa di Halloween ha perso i suoi significati religiosi ed è diventata un motivo per divertirsi nella notte del 31 Ottobre, dove tutto sembra concesso.

Eppure, varrebbe la pena riappropriarsi del vero significato di questa festa, ossia la commemorazione dei defunti e il valore dei legami nella nostra esistenza. Questa giornata merita di essere vissuta in una dimensione più intima e profonda, che ci riavvicini ai nostri cari, in quanto ‘nessuno muore finché vive nel cuore di chi resta’. Per rinnovare il valore ai legami. Per riempire ancora più di senso la nostra esistenza, così precaria e proprio per questo così preziosa.

 

 

 

 

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