di Davide Tecchio

Quand’è che un film diventa memorabile? Quali sono i film cult della cultura pop che, grazie ad una particolare scena per la quale vengono ricordati, si sono ricamati un posto nella hall of fame della storia cinematografica? Per citare Martin Scorsese: “Cinema is a matter of what’s in the frame and what’s out”. Quindi, senza ulteriori indugi, ecco a voi la mia Tier List delle cinque migliori scene del mondo del cinema.

5) Il monologo finale di Blade Runner (1982)

«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi:

navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,

e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.

E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,

come lacrime nella pioggia.

È tempo di morire.»

Indubbiamente tra le scende più ricordate di tutta la cultura pop: il replicante Batty (in figura) ricorda la spettacolarità della propria vita, i suoi viaggi tra le stelle al largo di Orione e la meraviglia della sua fugace vita; ma in quel momento, alla fine dei suoi giorni, con lui svaniranno anche i suoi ricordi, come lacrime nella pioggia.

4) What’s in the box! (Se7en)

MILLS: Show me the box, what was in the box?!
JOHN DOE: Because I envy your normal life–
SOMERSET: Put the gun down, David.
JOHN DOE: –it seems that envy is my sin.
MILLS: What’s in the box? WHAT’S IN THE FUCKING BOX?!
JOHN DOE: I just told you.
MILLS: You lied! You’re a fucking liar! Shut up!
SOMERSET: It’s what he wants! He wants you to shoot him!
MILLS: No! No! You tell me that’s not true. That’s not true.

Scena indimenticabile diventata meme. Film consigliatissimo, azione, dramma e suspense, tutto è messo in discussione, pure il contenuto di una scatola di cartone. È la mente dell’assassino padrona del film. Perciò, tra un parallelismo e l’atro, tra paragonarla alla conoscenza umana o al paradosso di Schrödinger, sapreste dunque dirmi cosa c’è dentro la scatola?

3) O capitano, mio capitano! (L’attimo Fuggente)

Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino. Noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana. E la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento. Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.

John Keating impartisce lezioni di vita a studenti di 17 anni. Parla di amore e poesia, ispirando i cuori dei suoi alunni e di noi spettatori dietro lo schermo. Ci insegna a vivere il momento, ad assaporare l’attimo straordinariamente fugace: Carpe diem. Seize the day, boys. Make your lives extraordinary.

2) Io sono tuo padre. (Star Wars- L’impero Colpisce Ancora)

Dart Fener: Obi-Wan non ti ha mai detto cosa accadde a tuo padre!

Luke: Mi ha detto abbastanza: che sei stato tu ad ucciderlo!

Dart Fener: No, io sono tuo padre!

Luke: No! Non è vero! NON È POSSIBILE!

Darth Fener : Cerca dentro di te! Tu sai che è vero!

Luke : NOOOOOOOO!

Seconda volta per un film fantascientifico nella lista: l’opera di George Lucas sconvolse l’intera galassia con questa confessione, rivelando la vera identità del villain più famoso della storia del cinema. Il rapporto padre e figlio è sempre molto complicato…

1) Sono la morte. (Il settimo sigillo)

Antonius Block: Chi sei tu?

Morte: Sono la Morte.

Antonius Block: Sei venuta a prendermi?

Morte: È già da molto che ti cammino a fianco.

Antonius Block: Me n’ero accorto.

Morte: Sei pronto?

Antonius Block: Il mio spirito lo è. Non il mio corpo. Dammi ancora del tempo!

Morte: Tutti lo vorrebbero… Ma non concedo tregua.

Antonius Block: Tu giochi a scacchi, non è vero?

Vi presento il dialogo con la morte più celebre di tutti i tempi, paradigma dell’eterna partita tra l’essere umano e la fine. Antonius Block sa che la sua ora arriverà e giocare a scacchi è solo un modo per ritardare quel momento. Si è così posto di fronte al suo destino, ma prima che arrivi la sua ora ha bisogno di trovare le risposte ai suoi dubbi su Dio e la fede, sull’ignoto e sulla fragilità umana, ma più di tutto necessita di cogliere l’originalità e la semplicità di ciò che la vita sa donare.

Di Davide Tecchio

“E se tutti questi abeti fossero come struzzi che si sono dimenticati di risalire? Gambe all’aria e testa infossata. Coccodè!”; ballava una danza tribale insieme all’albero, “Sveglia, sveglia, sveglia! Svegliati grosso struzzo.”

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