Re per una notte… meglio re che buffone
di Davide Tecchio 

CAST: ROBERT DE NIRO, JERRY LEWIS, SANDRA BENHARD
REGIA: MARTIN SCORSESE

“Cosa non si farebbe per diventare famosi?”
Il film di Scorsese cerca di rispondere al quesito, presentandoci l’indistinguibile personaggio di un sedicente comico, che proverà di tutto pur di ritagliarsi un’esibizione in un importante show televisivo.

Interpretato da un maestoso Robert De Niro, ci viene presentato Rupert Pupkin, un trentaquattrenne che vive ancora con la madre ma che sogna di diventare un comico affermato. Rupert, nel corso del film, cerca di stringere un rapporto con Jerry Langford, il conduttore dell’amatissimo show “The king of comedy” ma questa vicinanza si rivelerà pericolosamente morbosa. Entrambi i personaggi hanno debolezze e paure: da una parte viene presentata la star
popolare, privata della propria calma e della propria privacy, mentre dall’altra, troviamo un uomo comune e fragile, disposto a tutto pur di ottenere quel poco di fama e apprezzamento.

L’eccentrico comico suscita compassione, tenerezza e disprezzo allo stesso tempo: Pupkin si rende conto di essere squallido e i suoi unici desideri sono quelli di stare a cuore a qualcuno e smettere di essere una nullità; per questo crea degli show in camera sua, vivendo fittizi minuti di gloria o immaginando cene in compagnia del famoso conduttore Jerry Langford, che per contro, desidera solo sparire e tornare anonimo.

“Re per una notte”, uno dei lungometraggi più insoliti e sottovalutati di Scorsese, è una commedia drammatica che raramente fa ridere, ritraendo la triste realtà di chi ce la mette tutta pur di rendere straordinaria la propria vita. Il film coglie alla perfezione la precisa epoca in cui arrivò al cinema: infatti, troviamo l’adorazione delle celebrità e della cultura mediatica americana, in un’onestà di pensiero che denuncia il mondo dei mass media, ipocrita e disumano, poiché non concede la benché minima possibilità di realizzazione. Il connubio dei temi proposti smuove lo spettatore, obbligandolo a riflettere.

Alla fine della pellicola un po’ tutti ci identifichiamo in Robert, alle volte disprezzati e incompresi, proprio come l’aspirante comico, ma determinati nel voler emergere per ciò che siamo, sotto le luci della ribalta, anche solo per un momento.

«Domani capirete che non stavo scherzando e penserete: “Quello è matto!”. Ma vedete, io la penso così: meglio re per una notte che buffone per sempre!»

Rating: 8/10

Di Davide Tecchio

“E se tutti questi abeti fossero come struzzi che si sono dimenticati di risalire? Gambe all’aria e testa infossata. Coccodè!”; ballava una danza tribale insieme all’albero, “Sveglia, sveglia, sveglia! Svegliati grosso struzzo.”

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