Tra omicidio e condanna, Luigi Mangione ha un privilegio di cui godono pochi criminali: è un ragazzo giovane, bello e anche intelligente.
Di Zanoni Janiss
Il 4 dicembre Luigi Mangione è accusato per l’uccisione di Brian Thompson, amministratore delegato del UnitedHealthcare, una delle maggiori multinazionali statunitensi che si occupa di assicurazioni in ambito medico.
Il giovane ventiseienne, originario di Baltimora, si è laureato all’Università di Pennsylvania e proviene da una famiglia molto ricca. Ha fatto particolare scalpore sui social grazie al suo atteggiamento sicuro in tribunale di fronte alla possibilità di ricevere la pena di morte per i crimini di cui è accusato. Tra questi troviamo anche quello di terrorismo, in quanto le autorità hanno ritenuto che il suo sia stato un gesto volto a intimidire i civili, influenzando le politiche governative.
Colpevole o innocente, il messaggio è chiaro: la sanità americana non funziona come dovrebbe, e lo Stato continua ad ignorare il disagio che questo sistema malfunzionante crea tra la popolazione. Ricorrere alla violenza non è mai la modalità corretta di agire, ma le motivazioni che hanno portato a questo grande gesto sono comprensibili, e fanno capire quanto la situazione sia tanto grave quanto ignorata.
Quello che stupisce del caso Mangione non è sicuramente il fatto che sia riuscito a circolare con una pistola in mezzo ad una numerosa folla newyorkese, ma è il supporto mostrato sui social, soprattutto dai giovani, che hanno preferito stare dalla parte del possibile omicida, piuttosto che dalla parte del CEO.
L’interesse per il caso in sé, però, è limitato. Ci sono dei creator che ne hanno raccontato le dinamiche o che hanno mostrato supporto per la causa, ma la maggior parte di quelli che ne parlano, mostrano unicamente le sue foto per provare il fatto che sia una persona dai bei lineamenti, forse troppo per essere capace di un tale gesto.
I serial killer e le loro avvincenti storie hanno sempre un grande successo, sono moltissimi infatti i podcast, i film e le serie TV che parlano di queste vicende e creano spesso un vasto seguito. Questo fenomeno ha una motivazione psicologica. Infatti, l’uomo si mostra spesso naturalmente attratto dalla curiosità per l’ignoto e dagli istinti che sembrano incontrollabili. L’interesse e l’ammirazione però sono due sentimenti da non confondere, tanto è vero che gli spettatori riconoscono l’elemento problematico e condannabile, benché ne siano attratti. L’ammirazione è diversa in quanto dimostra il sostegno e l’approvazione verso le azioni compiute, ed è proprio ciò che sta accadendo.
Sicuramente una parte del supporto mostrato deriva dal senso di gratitudine o ammirazione per colui che ha messo in gioco la propria vita e libertà con l’obbiettivo di migliorare il sistema sanitario statunitense, eppure se lo stesso crimine fosse stato compiuto da un individuo meno canonicamente bello, con una carnagione scura o con tratti non occidentali, probabilmente le persone non avrebbero guardato al responsabile con gli stessi occhi e forse non si sarebbero nemmeno interessati alla sua storia.
Per la legge ovviamente il suo aspetto fisico non ha alcuna rilevanza, cosa che invece non accade per il pensiero della massa che, mostrando o meno il suo supporto, può influenzare la giuria, composta in parte da cittadini stessi, ma anche da delle persone coinvolte nel processo. Se Mangione quindi verrà dimostrato essere colpevole, nulla potrà revocare i capi d’accusa, quello che però potrebbe variare sta nella pena che riceverà, e in gioco ci potrebbe essere anche la sua vita.