Foto di Dafne Bonaldi

Un incontro con l’etologa Alessandra Mascaro per scoprire i comportamenti dei primati.

di Andrea Bizzarri

Possono esistere “dottori” tra gli scimpanzé? Forse i primati possono sorprenderci. Il 27 maggio di quest’anno abbiamo avuto il piacere di ospitare la dottoressa Alessandra Mascaro, laureata in Scienze Naturali e in Biologia Evoluzionistica, che da diversi anni sta studiando il comportamento degli Scimpanzé in Africa. Più precisamente, il suo luogo di azione è l’Ozuga Camp, situato nel cuore del Parco nazionale di Loango, in Gabon.

Dal 2017 collabora come ricercatrice, studiando i diversi comportamenti di una comunità di scimpanzé composta da circa trentacinque esemplari. Come fantasmi, lei e la sua equipe, seguono i componenti del gruppo filmandoli con telecamere e tenendosi a una distanza di sicurezza di circa otto metri, senza interferire nelle loro attività e interazioni.
Gli scimpanzé sanno che sono lì ad una decina di metri, ma ormai sono abituati alla presenza umana e non ci fanno nemmeno più caso. “La parte più spaventosa del mio lavoro – afferma scherzosa la dottoressa – è quando i maschi del gruppo fanno i loro displays, ovvero quando vengono correndo contro di te facendo finta di caricarti e tu allora devi rimanere calma e distogliere lo sguardo”.

Dopo la raccolta dei dati si passa alla loro elaborazione mettendo in relazione tutti gli elementi da esaminare, per ricostruire il quadro sociale dei primati, nonché apprendere comportamenti e peculiarità.
Un giorno, dopo diversi anni di ricerca, un filmato particolare cattura l’attenzione della ricercatrice. Un maschietto adolescente del gruppo di nome Sia è stato ferito in un duello da un altro maschio. La sfida voleva dimostrare la dominanza sul gruppo: una battaglia dolorosa capace di infliggere ferite. Ed è qui che Alessandra Mascaro ha visto qualcosa di inaspettato e, per certi aspetti, sconvolgente: Suzee, la madre di Sia, ha preso una foglia, l’ha avvicinata alla bocca e poi alla ferita del figlio. A prima vista questa serie di azioni sembrava senza significato. Ma lo studio approfondito del comportamento ha successivamente confermato che la madre stava medicando il figlio con un insetto che veniva masticato dopo averlo preso dalla foglia. La poltiglia veniva successivamente applicata sulla ferita.

L’eccezionalità della scoperta consiste nell’aver dimostrato la capacità degli scimpanzé di curare altri individui della propria specie: un comportamento già osservato in varie specie animali quando applicato a sé stessi, ma mai registrato prima d’ora tra un paziente e un “dottore” distinti. Le implicazioni sono molteplici, sia dal punto di vista sociale e affettivo, sia da quello conoscitivo e quasi intellettuale.

L’incontro è poi proseguito con il racconto della vita della dottoressa Mascaro sul campo, nel cuore della foresta: l’alloggio in una casetta interamente in legno, invasioni di formiche e incontri ravvicinati con numerosi animali. Gli elefanti in particolare sono i più intimidatori poiché a causa della loro paura dei bracconieri sono molto minacciosi contro gli esseri umani: “È capitato che per intere giornate non potessimo uscire di casa perché le elefantesse si erano accampate fuori dalla porta. Si divertono molto a spaventarci”, spiega la dottoressa.

Di Andrea Bizzarri

Quando non tento di mettere per iscritto le mie elucubrazioni, sono un dedito lettore e amante della musica, sia attivamente che passivamente. Attratto a tratti dalla tecnologia, dallo studio degli idiomi e dello spazio-tempo.

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