Un momento di riflessione proposto dai Rappresentanti del Consiglio d’Istituto in occasione della Giornata della Memoria
di Sveva Morini
“Forse non ci avete mai del tutto pensato a come un nome possa essere un abito scomodo con il quale ricoprite i vostri volti ed i vostri corpi” .
27 gennaio 2022, Giornata della Memoria, nelle aule del Fermi ci sorprendono con la loro inaspettata comparsa Edoardo Wessel e Maria Teresa Hoffman, due giovani provenienti dall’epoca buia degli anni ’40, interpretati da alcuni studenti dell’istituto. Edoardo e Teresa si presentano a vicenda, ma qualcosa fa scaturire una reazione di disprezzo nel ragazzo: Maria Teresa è “l’ebrea”; ebrea prima ancora di essere persona, l’ebrea da guardare con sospetto, l’ebrea con un destino segnato, ovvero la morte.
Questo dialogo asciutto e surreale mette in luce la crudeltà e l’odio che sono espressi attraverso l’annientamento della personalità: ormai Maria Teresa non esiste più come tale, ma vive (e muore) nell’anonimo appellativo di “ebrea”, che le toglie ogni speranza e quel sorriso innocente che le provocava il suono del suo nome.
Segue un monologo che riprende i concetti del dialogo, mentre il compagno di recitazione macchinosamente ed ininterrottamente scrive sulla lavagna la frase “Tanto è solo un nome”; tale gesto, con un’ironia drammatica, ci ricorda come il nome sia un elemento che ci definisce, che ci indica, che ci fa esistere. Il nome è un dettaglio della nostra vita che spesso diamo per scontato ma quando ne veniamo privati perdiamo tutta la nostra identità e veniamo ridotti a semplici pedine.
“[…] Ero esistita come Maria Teresa: così ero venuta al mondo, con quel nome. Ma me ne sarei andata dal mondo, solo perché un altro nome mi avrebbe spodestata, catturata, annientata. Un nome che mi aveva fatto essere un essere spregevole e maleodorante. Un essere ebrea”
Per concludere la performance teatrale vengono letti scritti di Mario Rigoni Stern, Elie Wiesel ed Edith Bruck, per ricordare la sofferenza che gli ebrei hanno dovuto sostenere nel periodo nazista. Ricordare è un dovere, perché se ancora nel 2022 si assiste ad insulti antisemiti, come è avvenuto in provincia di Livorno da parte di quindicenni ai danni di un ragazzo ebreo, ciò indica che la lezione della nostra storia recente non è ancora appresa del tutto e che c’è ancora molta strada da percorrere per eliminare l’odio verso l’altro.
Le classi al termine di questo momento di riflessione si sono ammutolite, colpite dall’atmosfera drammatica e da una maggiore consapevolezza: la forza del teatro ha suscitato emozioni che forse non sarebbero scaturite in seguito alla semplice visione di un lungometraggio
Si ringraziano gli studenti Aya El Afia, Asia Moratelli, Davide Tecchio, Emma Franzoni, Cecilia Rama, Pietro Casari, Sara Vincenzi, Ester Scopelliti, Sveva Morini, Lyam Sibilia, Davide Bagnoli ed i docenti Claudia Marchetti, Fortuna Del Gaizo e Federico Calzone per aver reso possibile la realizzazione del progetto, portando nelle classi una maggiore coscienza dei temi della Giornata della Memoria.