Dopo tre anni di impegno e sacrifici gli studenti del progetto di teatro hanno presentato il loro ultimo capolavoro.

Di Iulia Marasescu

Quello del teatro è l’ennesimo progetto che fa onore alla nostra scuola, possibile solamente grazie alla volontà, all’entusiasmo e alla passione che i ragazzi e le ragazze hanno messo dall’inizio dell’anno. Tutti gli studenti e le studentesse hanno frequentato gli incontri previsti nonostante la distanza e l’impegno dello studio.

Ospitati nell’accogliente spazio di Arci Tom, il 18 aprile é andato in scena il prodotto di un anno di lavoro, giungendo alla fine di un percorso durato ben tre anni. Un progetto appassionante finanziato da Laivin e guidato dalle professoresse Musa e Torre che gli studenti ringraziano calorosamente.

Il nome della rappresentazione è “Tutti Fermi”: il titolo, che è un gioco di parole derivato dal nome della nostra scuola, è anche il tema scelto e trattato. Lo spettacolo ha analizzato ogni sfaccettatura dello “stare fermi” dando vita a un mosaico di scene che hanno spaziato da situazioni reali, tangibili e comiche a immagini profonde e astratte. Questa performance è stata un turbinio di scene familiari, caratterizzate da frangenti di vita quotidiana, come la paura di sbagliare, il rapporto con gli altri e le aspettative da non deludere.

I ragazzi si sono esibiti in una rappresentazione contemporanea, senza personaggi né oggetti di scena. Sul palco é spiccata l’individualità di ogni attore: movimenti, gesti, parole o solo silenzi. Questa modalità ha permesso non solo la piena libertà di espressione e una vera esplosione di idee, ma anche la creazione di un ambiente in cui lo spettatore si é sentito coinvolto e invitato a immedesimarsi in ogni storia per viverla e vederla con i propri occhi. Coloro che hanno assistito sono stati spinti a cercare una chiave di lettura e una propria interpretazione per rendere l’esperienza personale, intima e affascinante. Gli studenti hanno fatto un immenso lavoro che ha portato frutti meravigliosi lasciando un segno emotivo profondo. Un’esperienza che i ragazzi e le ragazze difficilmente dimenticheranno

Di Iulia Marasescu

Organizzata nella mia disorganizzazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *