di Giada Tinè e Francesca Necula
Se ti sei trovato in questo misterioso angolo del blog, vuol dire che non hai davvero niente di
meglio da fare. Puoi ammetterlo, tranquillo, non ci offendiamo. Sapevamo che saresti
passato a trovarci, a dirla tutta, e pertanto abbiamo preparato per te una chicca esclusiva.
Oggi parleremo di arte e in particolare di un artista che si è distinto per la sua grande umiltà.
Hai già capito a chi ci stiamo riferendo, giusto? Ah, no? Vabbè. La persona di cui stiamo
parlando è Filippo Brunelleschi.
Il nostro caro amico Phil Bruny nacque a Firenze nel 1377 ed è considerato uno tra i più
importanti architetti della storia. Di certo il Bruny è diventato una figura di riferimento in
ambito artistico, ma non possiamo dire lo stesso in ambito morale.
Per andare avanti con il racconto, è lecito introdurre prima la figura di Lorenzo Ghiberti, altro
grande artista contemporaneo al Brunelleschi. Sia il Bruny che il Lory parteciparono ad un
concorso bandito nel 1401, per il quale dovevano produrre delle formelle da inserire nella
porta nord del battistero di Firenze.
Per l’occasione il Bruny decise di impegnarsi al meglio,
al fine di realizzare un’opera degna del primo posto in classifica; così produsse una formella
le cui innovazioni la distinsero da tutte le altre.
La mente ingegnosa del nostro Phil Bruny concepì una formella il cui vero protagonista era un asino; sfiorò pure la blasfemia decidendo di raffigurare un’entità ultraterrena (un angelo), impegnata in un’interazione
violenta con Abramo. Che coraggio, il Bruny! Peccato che ai giudici queste novità non
piacquero e gli assegnarono il secondo posto. Poverino. A vincere fu la tradizionalità del
Ghiberti.
Per fortuna il nostro calmo e umile Bruny prese la sconfitta con filosofia e non ne fece un
problema, tanto che si rifiutò di aiutare il vincitore a decorare la porta, mansione che
spettava al secondo classificato, perché non poteva accettare di essere secondo a
qualcuno: nessuno poteva essere più bravo di lui, che visse la sconfitta come una follia, una
vera e propria ingiustizia universale. Da quel giorno in poi, Ghiberti rappresentò il suo più
grande nemico per la vita.
Un’altra occasione in cui il Lory e il Bruny competerono avvenne nel 1418, quando si istituì
un concorso pubblico per l’edificazione della cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore
a Firenze. Il nostro caro Bruny questa volta era sicuro di portarsi a casa la vittoria: infatti
decise di convincere tutti i più grandi architetti europei a concorrere solo per il gusto di
dimostrare di essere il migliore. Ancora una volta emerse la grande umiltà dell’artista.
Ebbene, le sue convinzioni egocentriche erano stavolta effettivamente fondate, perché riuscì
ad arrivare primo, superando finalmente il Lory, che ottenne il secondo posto. Questa volta
sarebbe toccato quindi al Ghiberti aiutare il primo in classifica e, siccome il Bruny si era
ormai lasciato le rivalità alle spalle, si dichiarò molto contento di collaborare con il suo
collega. Fu una sventura quando, per cause misteriose, il Bruny si ammalò proprio quando
aveva difficoltà nella costruzione della cupola. Purtroppo il Lory fu dunque abbandonato da
solo in cantiere nel momento più difficile della costruzione dell’opera, tanto che a una certa
perse le speranze e si licenziò da ogni mansione, scappando dalla chiesa e maledicendo il
suo collega. Per miracolo divino il Bruny si riprese dalla malaugurata malattia e poté tornare
a lavorare al suo progetto, finalmente da solo… perché, diciamoci la verità, nella sua mente
non aveva mai abbandonato la convinzione che lui e solo lui possedesse le capacità
necessarie.
Astuto uomo, il Bruny. E anche modesto.
Che dire: lo ricordiamo per il suo inestimabile contributo all’arte, per l’edificazione della
seconda cupola più grande d’Italia e per l’introduzione della prospettiva matematica, ma
forse non ci rivolgeremmo a lui per chiedere lezioni di vita.
Purtroppo la dose settimanale di aneddoti storici di cui non avevi bisogno è terminata, ma se
vorrai, se proprio non saprai come passare il tuo tempo, potrai ritrovarci in quest’angolo
oscuro del blog la prossima settimana, con un nuovo entusiasmante articolo da nerd.
A presto!