Baz Luhrmann racconta ascesa e declino del “Re del Rock and Roll”
Di Andrea Ferrari
REGIA: Baz Luhrmann
CAST: Austin Butler, Tom Hanks
DURATA: 2h 39m
DATA DI USCITA: 22 giugno 2022 (nelle sale italiane)
Elvis Presley è stato uno dei più grandi cantanti della storia e ha esercitato un’influenza tale da essere oggi considerato il “Re del Rock and Roll”: una leggenda che, purtroppo, morì prematuramente a soli 42 anni, forse per abuso di farmaci o per la sua grave situazione fisica, se non a causa dell’estenuante vita a cui era sottoposto. La pellicola cerca di rispondere proprio a questo interrogativo: cos’ha veramente ucciso Elvis?
Per farlo, il regista non si limita a mostrare la parte del cantante più nota al pubblico, ma indaga soprattutto l’uomo celato dietro il mito, chi fosse realmente il “Re” che tutti hanno imparato ad amare: un ragazzino timido, insicuro e fragile, molto legato alla madre ed alla famiglia a cui viene offerta una grande opportunità da parte del colonnello Parker (che diverrà il suo manager, interpretato da Tom Hanks); quest’ultimo tuttavia dimostrerà di essere una persona insensibile, tirchia e sfruttatrice, ed approfitterà di lui utilizzandolo come una macchina per fare soldi senza considerare i suoi bisogni. Con il passare del tempo, Elvis diventa sempre più esclusivamente il progetto finanziario di un uomo avido: un generatore di denaro in una crudele industria musicale, che viene portato allo sfinimento arrivando addirittura ad esibirsi in un concerto al giorno!
Nel complesso la pellicola è un’ottima biografia (anche se non completamente aderente al vero) e un vasto viaggio nel tempo, che fa immergere lo spettatore nella cultura degli States tra gli anni ’40 e ’70 del secolo scorso. In questo quadro emerge anche quanto il razzismo, allora fortemente ancorato nella società, si riflettesse persino nella musica; infatti, fino agli anni ’50 la musica “bianca” e quella “nera” costituivano due mondi diversi, con cantanti ed un pubblico differenziato, e fu proprio Presley (come viene mostrato nel film) a generare una commistione tra i due, portando la musica “nera” nelle radio “bianche”.
“Elvis” è un lungometraggio capace di accattivare lo spettatore, che rimane pieno di ammirazione per il cantante americano, ma al contempo prova un senso di rammarico per la sua vita, dal momento che questo grande talento fu ridotto ad eseguire i comandi di un uomo spregiudicato, da cui fu costretto a rinunciare perfino alla propria famiglia. È un film che merita di essere guardato, pur non potendo essere considerato a tutti gli effetti un capolavoro.
Rating: 8,5/10