Quando l’amore per la propria famiglia non ha limiti.

di Matteo Tezza

The breadwinner è un film d’animazione prodotto nel 2017, ed è stato co-prodotto da Canada, Lussemburgo e Irlanda per la direzione di Nora Twimey. Tratto dall’omonimo romanzo di Deborah Ellis, dal titolo “Sotto il burqua”, il film ha ricevuto varie nomination, tra cui l’Oscar come miglior film d’animazione e ha vinto l’Annie awards come miglior film d’animazione indipendente del 2018.

Il film ci racconta la storia di una ragazza di 11 anni, Parvana, cresciuta sotto il regime talebano nella Kabul del 2001 che opprime la libertà delle donne. Quando il padre viene ingiustamente arrestato, Parvana decide di travestirsi da uomo per poter lavorare e potersi così occupare della sua famiglia.

Lo stile di animazione è semplice con un contrasto tra lineamenti curvi e dolci dei personaggi buoni e quelli secchi e spigolosi dei personaggi cattivi e di cui Parvana ha paura.

La storia è tanto semplice quanto toccante. Si pone come un’aspra denuncia sociale della pessima condizione delle donne in Afghanistan, mostrandoci però tramite la famiglia di Parvana e altri personaggi con cui interagisce che non tutti sono della stessa idea , ma che sono i più forti a dettare arrivando ad incolpare il padre che ha come unica colpa quella di aver insegnato a leggere, a scrivere, la cultura afghana alle proprie figlie.

Questa storia ci induce a riflettere che non dobbiamo avere pregiudizi o stereotipi, poiché non tutti la pensano alla stessa maniera o si comportano in un certo modo solo per il fatto di appartenere ad una determinata cultura, e ci dimostra che indipendentemente dalla cultura l’amore esiste. I colori sono meravigliosi, vanno dai grigi ai gialli spenti, che mostrano la “morte” portata dalla guerra e che svaniscono quando si entra nella casa di Parvana. La casa della ragazza, sebbene spoglia, è comunque in grado di riempire il cuore con il suo calore, attraverso la convivialità, l’unione dei membri della famiglia che si sostengono vicendevolmente.

Sono rimasto affascinato dalle chiome fluenti della famiglia di Parvana, chiome che prendono il sopravvento e si estendono sul pavimento la notte, prima di dormire. Ho apprezzato lo stile di animazione usato nel racconto delle favole, che ricorda i pupazzetti di uno spettacolo di burattini di tanto tempo fa.

Ho trovato tenerissimo il modo in cui Parvana racconta la fiaba al fratellino, usando i capelli per imitare l’elefante, che diverrà il personaggio preferito di quest’ultimo. Le cose che ho amato sono fin troppe, però non sono qua per conviverci che sia una opera d’arte, ma per dirvi di andarlo a scoprire voi stessi, di esprimere la vostra opinione con libertà e leggerezza perché come dice Parvana: “Innalza le tue parole, non la tua voce; è la pioggia che fa crescere i fiori, non il tuono.”.

Di Matteo Tezza

Curioso come non mai, sono sempre in mezzo a qualcosa, infatti vengo chiamato prezzemolo

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