A Mantova chiunque potrà accedere al mondo informatico senza più distinzioni d’età

di Aiman El Habchi

Seppure nella società odierna il telefono sia diventato parte integrante della nostra attualità, ritenuto da certi quasi un organo vitale, alcuni, soprattutto gli anziani, non conoscono ancora le sue reali potenzialità e, di conseguenza, non sanno come usarlo.

Il covid-19 ha portato con sé molti problemi: per molto tempo gli anziani si sono trovati nell’impossibilità di poter uscire di casa per svolgere semplici ma fondamentali azioni come controllare il saldo della propria carta postale, ritirare la propria pensione o recarsi in comune o in ospedale per ritirare dei referti. Per questo motivo il governo ha sviluppato un nuovo modo di controllare i servizi della pubblica amministrazione attraverso semplici app scaricabili sul proprio cellulare. Eppure sono ancora in molti coloro che non sanno neanche accenderlo o navigare in internet: nasce così il progetto “NONNI DIGITALI”.

L’AUSER, un’associazione di volontariato e promozione sociale, ha deciso di collaborare con gli studenti dell’istituto superiore Enrico Fermi per sostenere l’alfabetizzazione informatica, con lo scopo di fornire gli strumenti necessari per un corretto utilizzo del telefono nell’ambito dei servizi pubblici.

Per esempio lo SPID, che risulta necessario per accedere non solo alla propria pensione ma anche al proprio Fascicolo Sanitario, richiede di sapere quantomeno le basi di come funzioni un dispositivo; senza una corretta conoscenza del cellullare, diventa difficile o addirittura impossibile accedere ai portali e ottenere le necessarie informazioni. C’è bisogno di qualcuno che insegni ai “nonni” tutto ciò. E chi meglio dei “nativi digitali” può farlo?

In questo corso gli studenti assumono il ruolo di tutor e guidano i nonni nell’utilizzo del telefono, chiarendo immediatamente qualsiasi dubbio. Questo metodo risulta molto più coinvolgente rispetto ad una classica lezione frontale, nella quale i ragazzi avrebbero dovuto vestire i panni di un insegnante, mentre i nonni avrebbero appreso passivamente; essere tutor significa invece affiancare in un rapporto uno a uno i “corsisti”, instaurando una relazione che facilita l’apprendimento.

L’idea dei “nonni digitali” si presenta con un doppio scopo: Il primo è quello dell’utilità, perché in una società così digitalizzata, chiunque dovrebbe avere accesso all’istruzione informatica, ed il secondo consiste nel permettere a due generazioni uno scambio di idee, favorendo l’incontro di storie così diverse e solo apparentemente lontane. Questo servizio, dunque, non solo permette ai giovani di ottenere crediti scolastici ma anche di dimostrare che due generazioni, l’una nata con la televisione in bianco e nero e l’altra con cellulari dotati di svariate funzioni, possono comunicare perfettamente.

E tu che ne pensi? Ti piacerebbe diventare tutor di un nonno? Faccelo sapere in un commento!

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