di Matteo Tezza

Remnant from the ashes è un gioco con una grande pretesa: quella di fondere le meccaniche di un souls-like e di uno sparatutto…Superando di gran lunga le espettative.

Genere: souls-like, sparatutto in terza persona, action

Piattaforme: Playstation 4, Playstation 5, Xbox one, Xbox series x/s, Windows

Sviluppatore: Gunfire Games ( famosi per aver creato darksiders 3 )

L’avventura in Remnant inizia con la creazione del nostro personaggio, che ha come obbiettivo quello di sterminare i root, mostri parassiti simili a delle radici, che hanno distrutto la terra rendendola nient’altro che uno scenario apocalittico.

Introdotti al mondo partendo da una spiaggia verremmo subito portati nella hub centrale di gioco, il Ward 13, luogo nel quale potremmo gestire tutto ciò che ci può interessare , tramite fabbri, mercanti, ingegneri, insieme ad altri personaggi di contorno che hanno come obbiettivo ovviamente quello di sopravvivere.

Finita la presentazione dovremmo affrontare un semplice tutorial nel quale ci verranno spiegate le meccaniche che questo gioco ha da offrirci. Tuttavia il gioco prima di farci entrare nel vivo dell’azione ci darà la possibilità di scegliere una delle tre classi disponibili, dove l’unica differenza sostanziale sta

in una semplice caratterista che il nostro personaggio potrà successivamente potenziare.

Parliamo delle meccaniche che il gioco ci offre.

Sono presenti tre tipi di armi:

  • le primarie sono armi pesanti con meno munizioni ma più danno
  • le secondarie sono armi leggere con molte munizioni ma meno danno
  • le ravvicinate non richiedono munizioni o stamina a discapito della vicinanza richiesta per fare danno.

Alle armi può essere equipaggiato un mod arma, un potere speciale che si ricarica combattendo e che, una volta pronto, permette al giocatore,tramite un grande potere, di ottenere vari effetti. La maggior parte dei mod sono intercambiabili dando cosi al giocatore la possibilità di creare varie combinazioni.

Per difenderci saremo muniti di armature, ognuno dal differente peso, che oltre ad influenzare al velocità di schivata darà anche dei buff al giocatore(differenti per ogni set armatura).

A nostra disposizione anche due slot per degli anelli e uno per un amuleto.

Tramite il Ward 13 saremo in grado di muoverci attraverso tutto il mondo di gioco, che comprende 4 ambientazioni di gioco in totale. Vanno definite ambientazioni e non aree perché le aree giocabili sono virtualmente infinite, questo grazie alla modalità avventura, una modalità nella quale si sceglie la propria ambientazione e difficoltà, dove verrà successivamente generato un mondo nel quale saranno disponibili vari boss. Questo permette al giocatore di giocare senza proseguire nella campagna principale e in caso potenziarsi per essa, lasciando anche la possibilità a coloro che non vogliono rifare la campagna, eliminando il salvataggio precedente, di poter giocare lo stesso; aumentando così la longevità del gioco.

In Remnant non siamo solo noi a crescere ma anche il nostro personaggio, questo sconfiggendo i nemici e i boss: ottenendo esperienza che ci farà aumentare di livello. Questi livelli ci daranno punti caratteristica che potremmo spendere per potenziare vari tratti del nostro personaggio,come ad esempio la velocità di ricarica o la quantità di salute ( e molti altri).

Il design di Remnant è meraviglioso, con ambientazioni suggestive e lo stesso vale per i personaggi ( npc ), tuttavia il modo in qui tutto viene “impacchettato” non è dei migliori, con dungeon e mappe dalla estetica spesso ripetitiva portando in alcune situazione anche confusione al giocatore, che per fortuna viene estinta grazie alla presenza della mappa. Questo problema non si ferma solamente alle ambientazioni, ma anche agli npc, che hanno una personalità relativa e sono totalmente superflui al gioco,saranno infatti solo alcuni personaggi a raccontarci qualcosa definendo così la loro personalità, la maggior parte di essi si limiterà solo a qualche frase di circostanza. Tuttavia questo a volte si relega anche ai personaggi più importanti, che anche dopo eventi importanti non avranno nessuna reazione (persino dopo aver finito la campagna si comporteranno come se nulla fosse accaduto) dando un sensazione di staticità, come se non stessimo andando avanti.

Tutto ciò però passa in secondo piano quando giochiamo: i nemici e i boss sono esemplari, in altissima varietà, per nulla scontati e sempre belli da sconfiggere.

La quantità di belle cose non termina qua, infatti la quantità di armi e di tutto l’equipaggiamento in generale è veramente alta permettendo al giocatore di scegliere lo stile di gioco. La grafica è esaustiva dando al giocatore una esperienza più che godibile a discapito di alcune animazioni a volte non proprio al top.

La colonna sonora non spicca ,donando sì una ottima atmosfera, ma non delle emozioni tali da rimanere impressa.

In definita Remnant from the ashes è un prodotto di egregia fattura in grado di soddisfare il giocatore, donandogli combattimenti sempre eccitanti e bossfight di eccellente fattura, aggradando sotto i punti essenziali anche gli amanti dei souls, donandogli una esperienza che non cade troppo distante dall’albero ma che dona comunque una aria di freschezza che aggrada.

Voto: 8-

Di Matteo Tezza

Curioso come non mai, sono sempre in mezzo a qualcosa, infatti vengo chiamato prezzemolo

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