La libertà arriva quando meno la si aspetta

di Mitja Bonassi e Emma Malavasi

Morire per poi rinascere, cercare e trovare la fine per avere un nuovo inizio, sperimentare ma essere l’esperimento. Questo è ciò che racconta Povere Creature, il film di Yorgos Lanthimos, arrivato nelle sale italiane il 25 gennaio scorso.

La storia di Bella Baxter, protagonista del film, si svolge nella Londra vittoriana.

Inizia dalla morte di Victoria Blessington e da un esperimento scientifico del Dottor Godwin, professore di medicina in università, che la riporta in vita.

Bella vivrà una storia nella quale si sentirà libera, fuori da quella che fino ad allora era stata una gabbia per lei: vuole esplorare, scoprire, perdersi e ritrovarsi. Durante il viaggio riuscirà a fare tutto ciò, studierà filosofia, capirà il valore del denaro e imparerà l’impatto delle emozioni sulla vita delle persone.

Bella è l’esempio di chi rinasce dalla cenere come una fenice, di chi deve imparare a conoscere il mondo dopo che le è stato impedito di vedere al di fuori delle sue mura, di chi grazie alle esperienze forti viene segnato e impara a vivere, di chi passa dalla voglia di concludere la vita a vivere una nuova vita con rinnovata dignità, di chi spezza le catene delle convenzioni sociali per andare oltre il limite e capire che in realtà il limite, molte volte, viene imposto da altre persone se non da noi stessi.

Bella rappresenta tutte le donne che hanno qualcosa da dire e non riescono fino alla rottura di un equilibrio che sembrava fino a quel momento permettere loro la vita.

Il film ci mostra prima questo senso di chiusura e poi l’opposto.

La pellicola segue la crescita di Bella stessa. All’inizio, le riprese in bianco e nero e i costumi grezzi riflettono il suo temperamento prematuro e infantile. Infatti, inizialmente, si veste solo nella parte superiore, lasciando le gambe nude.

Con il passare del tempo, Bella “cresce” e inizia a vestirsi da sola, combinando capi senza alcuna coerenza, come una ragazzina che ruba i vestiti dall’armadio della madre. Qui si ha un’esplosione di colori che travolgono lo spettatore.

Infine, Bella Baxter si trasforma in una donna che abbraccia la sua libertà sessuale, è ambiziosa e sicura di sé.

Il film ci trasporta in un limbo tra fantascienza e psicologia, tra ragionamento e pazzia, tra rigorosità e caos, è ricco di dualismi che ci permettono di capire da che parte si schiera Bella e quali saranno le sue sensazioni davanti a cose mai viste, per noi oggi abituali e delle quali non ci accorgiamo quasi più.

La sua storia passa dall’urlare aiuto al mondo al cercare di aiutare ogni persona in difficoltà che incontrerà lungo il suo viaggio. Riesce a trovare la libertà grazie all’emancipazione, al coraggio di prendere decisioni, anche ribellandosi alla figura paterna prima, e del marito poi.

Il suo è un grido di emancipazione, per dimostrare che anche chi si trova in difficoltà riesce sempre a sopravvivere alla vita stessa.

Proprio oggi, infatti, 8 marzo, Giornata della donna, vi consigliamo di andare a vedere questo incredibile e sorprendete film, sperando che nella vita anche voi abbiate l’opportunità e la libertà di espressione che Bella ha trovato.

Di Mitja Bonassi

Non sarò io a presentarmi ma venite a conoscermi leggendo ciò che scrivo...

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