Giovedì 21 Marzo nella sala mensa della scuola si è svolto l’incontro con Giuseppe Pipitone, a cui hanno partecipato 200 studenti, dal titolo “Le relazioni pericolose. Mafia e politica, dall’Unità alle stragi”.
Di Matteo Tezza
La data dell’incontro non è stata scelta a caso: infatti il 21 marzo ricorre la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti dalle mafie.
Giuseppe Pipitone è un giornalista de ilfattoquotidiano.it, che alcuni membri della nostra Redazione hanno avuto l’occasione di incontrare per la prima volta proprio nella sede del giornale, a Milano, lo scorso maggio. Da due anni, infatti, il MyFermi gode della supervisione e guida del Vicedirettore Simone Ceriotti e dei suoi giornalisti.
Autore del podcast “Mattanza”, in cui vengono narrate nel dettaglio le stragi del ’92, Giuseppe Pipitone è uno dei maggiori esperti di mafie del giornalismo italiano. Come egli stesso ha dichiarato, sono le sue origini siciliane ad averlo costretto a confrontarsi col fenomeno della criminalità organizzata di stampo mafioso sin da bambino.
Le mafie, secondo Giuseppe, sono paragonabili ad un virus, a cui lo stato però non ha ancora fornito la cura adeguata. Per aiutarci a comprenderne l’evoluzione e la complessità, il giovane giornalista è partito dalle origini del fenomeno mafioso e dalla sua natura, citando le parole del giudice Paolo Borsellino: “Politica e Mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo”.
Partendo dal termine “mafia”, una parola di origine araba che significa violento, prevaricatore, Giuseppe ci ha accompagnato in un viaggio iniziato prima della spedizione di Garibaldi e giunto sino a noi e agli ultimi politici condannati per collusione con le criminalità organizzate di stampo mafioso, presenti sul territorio italiano.
Ci ha senz’altro colpito la cartina delle regioni e delle province in cui è stata accertata la presenza mafiosa: la Lombardia non ne è esente, anzi vanta un’alta concentrazione in particolare a Milano, ma anche Mantova ne è stata colpita.
Nonostante la mafia sia mutata e oggi si nasconda tra i colletti bianchi e operi senza compiere stragi, Pipitone è convinto che possa essere battuta, così come disse Falcone: “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”. Certo serve la collaborazione dei cittadini ma soprattutto una volontà politica forte, che metta in campo tutte le risorse necessarie.
L’incontro si è concluso con una serie di domande degli studenti, che hanno apprezzato anche la capacità del giornalista di rispondere ai quesiti sull’attualità con estrema chiarezza e profondità.
Per riascoltare l’intero intervento e conoscere la storia delle relazioni “stato mafia”, clicca qui: LINK ALL’INTERVENTO